PESCARA. Si sono inginocchiati, hanno pregato e hanno recitato il Padre nostro con le mani al cielo e il rosario tra le dita. Hanno srotolato le bandiere dominicane e camminato a ritmo di bachata, «il ballo amato da Yelfry». Sui cartelli hanno appiccicato le foto di Yelfry e hanno scritto: “Siamo tutti con te”, “Continueremo a lottare con te”, “Ti vogliamo bene” in tutte le lingue.
«Oggi siamo tutti Yelfry», il refrain degli amici, una cinquantina, che ieri pomeriggio hanno voluto manifestare in piazza Salotto «là dove tutto è cominciato» per testimoniare affetto al 23enne ricoverato in ospedale. E hanno osservato un minuto di silenzio, inginocchiati a terra. In piazza, accanto ai familiari di Yelfry Rosado Guzman, insieme a tanta gente comune, c’erano anche i suoi datori di lavoro, Christian e Stefano Fedele, titolari di Casa Rustì (chiusa) dove è avvenuta la sparatoria, domenica. «Siamo distrutti», dicono i due imprenditori, «è surreale tutto ciò che sta accadendo, sembra di stare dentro una bolla, siamo frastornati e increduli. Un po’ di sollievo ci arriva oggi dalla notizia che Yelfry si è svegliato, sta meglio e non è in pericolo di vita. Per noi conta solo questo, lui fa parte della nostra famiglia aziendale. Ora contano solo Yelfry e Martina». E in piazza arriva anche Martina, la collega che era a fianco di Yelfry, dietro al bancone, quando il cliente gli ha tirato un pugno e poi gli ha sparato. La giovane è ancora sotto choc, e in lacrime dice: «Non mi sento di raccontare ancora nulla, Yelfry è come un fratello minore per me. Oggi va meglio, mi sento sollevata perché lui si è svegliato e ce la farà».
Stretta a lei, la fidanzata del ragazzo, Alice, che di lacrime non ne ha più. Come mamma Melani che al presidente dell’associazione dominicani in Abruzzo (500 tra Pescara e provincia) Nelly Peralta e a Beatriz Aposta, dell’Unione folcloristica dominicana, racconta l’incontro col figlio in ospedale: «Mamma, è un sogno o sei tu? Mi ha detto un po’ sofferente». E poi, ancora melani: «Spero che la giustizia faccia il suo corso, perché a nessuno deve essere permesso di girare con la pistola in tasca, indisturbato. Quel che è accaduto a mio figlio, poteva succedere a chiunque». Mamma Melani, con i figli accanto, piange e ride di gioia. È molto emozionata e per lei parla la vice presidente dei dominicani, Marisol Marte, con la Bibbia in mano: «Non possiamo farci giustizia da soli, ma Dio sa perché ha permesso questa prova». Dicono di provare «rabbia e schifo per quanto è successo», Greta, Ingrid, Federica e Daiane, le amiche chietine di Yelfry. Robert Pena e Giulia Colangelo si rivolgono idealmente al loro amico in ospedale: «Oggi qui manchi solo tu». (c.co.)