PESCARA. «In questa inchiesta mi si contesta il fatto che il 15 settembre 2022 una società privata ha eseguito il pagamento di una cena elettorale, al prezzo di 400 euro, in favore di un ristorante di Pescara; un pagamento che, secondo la prospettazione accusatoria, non sarebbe stato deliberato dall’organo sociale di quella società (passaggio formale previsto dalla legge), nonostante fosse volto, sempre secondo l’accusa, a sostenere la mia campagna elettorale come candidato alla carica di Senatore alle politiche del 2022. Si tratta, all’evidenza, di un’accusa completamente infondata». Parole del presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, che in merito al suo coinvolgimento nell’inchiesta Trisi, dice: «Tengo a precisare, e lo dimostrerò con la forza e la tenacia che mi derivano dalla consapevolezza della piena correttezza del mio operato e della assoluta estraneità al reato che mi viene contestato, che non ho organizzato la cena in questione, né personalmente, né indirettamente, né ho accettato che qualcuno la organizzasse a mio vantaggio. Tra l’altro erano presenti altri esponenti politici, rimasti del tutto estranei al procedimento che mi vede coinvolto». E ancora: «Sono intervenuto in qualità di invitato alle 18.15 circa, per un tempo massimo di trenta minuti». E ribadisce: «Non ho ricevuto alcun finanziamento elettorale, né diretto, né indiretto»