PESCARA. Una nuvola gialla, punteggiata di verde, perfetta traiettoria cromatica di una protesta civile ed energica al tempo stesso. Tamburi e tamburelli a dettare il ritmo, le cornamuse come controcanto e, sullo sfondo, l’inconfondibile suono dei fischietti. Per suonare la carica, pacifica, di chi combatte ogni giorno, sudore sulla fronte e dolori alla schiena, contro la carica di migliaia di cinghiali che devastano le colture e costituiscono un pericolo anche per le persone.
I manifestanti di Coldiretti Abruzzo sono tanti, delusi ma determinati, felici di essere tutti insieme, pur sotto un cocente sole di giugno, nel cuore di Pescara.
Tremila agricoltori e decine di trattori hanno assediato il centro della città per dire no ai centocinquantamila cinghiali stimati (ma sono sicuramente di più), liberi di devastare i campi e minacciare la vita degli automobilisti a causa dei ritardi nell’attuazione del piano regionale di contenimento.
È quanto afferma la Coldiretti in occasione della mobilitazione regionale che si è svolta ieri mattina bloccando di fatto il centro cittadino.
Gli agricoltori di Coldiretti sono arrivati fin dalle prime ore della mattina, centinaia con i pullman organizzati per l’occasione, altrettanti con le auto o con i mezzi pubblici per ritrovarsi alle 9, come da programma, in piazza della Repubblica. Da qui, un lungo corteo di persone su Corso Vittorio Emanuele, eccezionalmente chiuso alle auto, come non si vedeva da anni.
«Il problema è serio, è arrivato il tempo delle risposte», ha detto al megafono Pietropaolo Martinelli, presidente di Coldiretti Abruzzo, inaugurando il lungo corteo di tutte le età che alle 10 in punto ha iniziato a sfilare nel cuore di Pescara con cartelli, fischietti e striscioni, seguito dai mezzi di soccorso e da una lunga processione di trattori, per chiedere un intervento immediato e necessario per contenere la popolazione dei cinghiali, ormai fuori controllo. Tutti muniti di cappellino, rigorosamente giallo, gli agricoltori hanno urlato – anticipati dal ritmo dei tamburi – slogan come “Basta cinghiali!”, “Ne abbiamo i campi pieni”, “La sicurezza delle persone prima di tutto” suscitando la curiosità di tanti pescaresi ai quali è stato consegnato un volantino con le motivazioni della mobilitazione.
«È necessario fare applicare subito a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica incontrollata», ha spiegato Martinelli, «chiediamo che, nel piano della Regione Abruzzo, venga previsto il coinvolgimento attivo dei proprietari e conduttori dei fondi muniti di licenza per l’esercizio venatorio e la costituzione di un corpo di Guardie volontarie, a livello provinciale, per colmare il deficit di organico della polizia locale con la possibilità di agire anche nelle aree protette».
Arrivati in piazza Unione, i dirigenti di Coldiretti si sono susseguiti sul palco allestito per il comizio, affiancato da un banner di sette metri sulla tutela del made in Italy. Sono intervenuti Emanuela Ripani, presidente di Coldiretti Teramo; Pier Carmine Tilli, presidente di Coldiretti Chieti, Alfonso Raffaele, presidente di Coldiretti L’Aquila, e Giuseppe Scorrano, presidente di Coldiretti Pescara, che hanno ricordato i campi devastati e le aziende chiuse per i danni causati da cinghiali, oltre alla situazione generale che vive l’agricoltura in questo momento, danneggiata da peronospora e dall’aumento dei costi di gestione che hanno inciso soprattutto sui settori più fragili come l’allevamento. Intorno, le bandiere sventolanti, tamburi e fischietti per richiamare l’attenzione ma anche decine di fasce tricolore dei sindaci presenti, tra cui il primo cittadino di Pescara Carlo Masci che è intervenuto sul palco. A mezzogiorno, dopo aver ricevuto il presidente Martinelli e il direttore Roberto Rampazzo, sono scesi tra i manifestanti il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l’assessore all’agricoltura Emanuele Imprudente, che hanno incontrato gli agricoltori in presidio assicurando di prendere immediatamente in carico il problema e dare le risposte attese.
«Il problema è gravissimo, lo diciamo da anni, e ora a livello nazionale ci sono anche gli strumenti legislativi per affrontare una situazione diventata insostenibile», ha sottolineato Martinelli, «basti pensare che, nell’ultimo anno, gli incidenti gravi causati da animali sono aumentati del 7,8% e dobbiamo considerare che in molti casi gli automobilisti coinvolti non denunciano il sinistro sapendo che difficilmente verranno poi risarciti». Ma i problemi del settore sono anche altri. «Ogni volta che una azienda agricola chiude si perde un patrimonio di tradizione e di cultura, di custodia del territorio e una economia genuina che ha fatto grande la nostra terra», ha sottolineato Rampazzo, «abbiamo consegnato al presidente Marsilio una bozza di delibera da approvare per la questione dei cinghiali, sulla peronospora alla Regione chiediamo tempi rapidi e certi sulle misure attuate e in via di definizione mentre a livello nazionale una definizione precisa dell’entità del sostegno a disposizione del settore».
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