CHIETI. Gabriele Sciorilli, 75 anni, residente al quarto piano di uno stabile in piazzale Marconi al civico 3, per diversi giorni alla settimana esce di casa con due taniche vuote e le riempie alla fontanella nei pressi della Colonnetta. «Noi abbiamo anche un serbatoio, ma acqua non ce n’è per niente. L’ultima volta che ne abbiamo avuta è stata domenica scorsa», racconta, «per questo, tre o quattro volte al giorno, vado alla fontana per riempire i contenitori. Da me non c’è neanche l’ascensore, ma devo evitare che il serbatoio si scarichi totalmente». Sciorilli dice di non aver mai sofferto in passato di mancanza d’acqua, sino a quando, negli ultimi anni, il problema si è presentato via via più gravoso, tanto che tre anni fa, a sue spese, ha comprato un’autoclave. Da allora non ha avuto più problemi, «sino a questo mese di luglio. Se a Chieti Scalo non ci sono chiusure programmate, ma solo riduzioni della portata idrica, come mai noi siamo senz’acqua per intere giornate?», sbotta il residente. «Più passa il tempo e più la situazione diventa insopportabile. Anche un inquilino del primo piano mi ha raccontato che stava facendo la doccia quando all’improvviso si è spenta la caldaia: pensava a un guasto, si è poi invece scoperto che la pressione idrica era insufficiente a far partire la caldaia». A farsi interprete dei problemi dello Scalo è anche il comitato ChietiscaloNoi di Camillo Carapelle che chiede all’Aca di fare in modo che, almeno due volte a settimana, venga alzata la pressione idrica per permettere di riempire i serbatoi. (a.i.)
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