
L’AQUILA. Otto indagati per i raid notturni alla sede del comitato elettorale del Pd dell’Aquila, allestito in piazza Duomo in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e nel centenario della marcia su Roma. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato a M.M. di 38 anni; S.V. (32); A.C. (23); A.L. (37); A.M. (23); L.P. (23) tutti residenti all’Aquila e D.G. (28) di Latina. Nella vicenda è coinvolta anche una minore, per la quale procede la giustizia minorile. Sono accusati, a vario titolo, di imbrattamento in concorso, aggravato dall’aver agito in orario notturno e travisati e apologia di fascismo aggravata.
L’indagine della Digos dell’ Aquila, diretta da Roberto Mariani, è scattato dopo la denuncia del Pd e della Cgil. Come ricostruito dagli investigatori, gli indagati sono simpatizzanti o militanti del sodalizio di estrema destra CasaPound. La notte tra il 5 e il 6 settembre 2022 un gruppo di cinque persone – tra cui la minore – vennero ripresi dalle telecamere mentre imbrattavano con manifesti riportanti la scritta “Parlateci di Bibbiano” le vetrate della sede del comitato elettorale. Il secondo raid, questa volta composto da sei persone, si consumò nella notte tra il 27 e il 28 ottobre. “Siamo ancora qui”; “100 anni di disperato amore”; “100 anni ancora in marcia”; “Il passo romano rimbomba più forte 100” le frasi, accompagnate dal fascio littorio – simbolo fascista – con cui il gruppo imbrattò i muri della città in occasione dei cento anni della marcia su Roma.
Durante la fase delle indagini gli uomini della Digos hanno perquisito le abitazioni degli indagati e la sede aquilana di CasaPound, trovando le maschere indossate da alcuni degli indagati per il raid notturno alla sede del Pd. Oltre a manifesti e fasci littori, sono stati sequestrati telefonini e computer che hanno permesso di riscontrare non solo il raid alla sede del Partito democratico, ma anche l’apposizione dei manifesti apologetici e inneggianti alla marcia su Roma.
Gli indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti o chiedere di essere sottoposti all’interrogatorio.
«Una vicenda gravissima che aveva scosso la città, nel silenzio imbarazzante dell’amministrazione comunale», commentano dal Pd dell’Aquila. «D’altra parte, sappiamo dei rapporti politici del sindaco con CasaPound, che alle recenti elezioni amministrative ha candidato alcuni suoi esponenti nelle civiche di destra. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale si esprima stavolta in modo chiaro e netto rispetto a fatti così gravi e preoccupanti».
Sia il Pd che l’Anpi cittadina hanno fatto sapere che si costituiranno parte civile in un eventuale processo. E il Pd ha chiesto «al Comune dell’Aquila di fare lo stesso». (f.d.m.)
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