BISEGNA. Causa un incendio di bosco nel tentativo di bruciare delle stoppie in un campo di sua proprietà. Un’operazione di “pulizia” costata cara a un 50enne marsicano, denunciato per incendio boschivo. L’uomo rischia fine a cinque anni di carcere. Le fiamme sono divampate all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise lo scorso 17 settembre. L’origine colposa del rogo è apparsa chiara fin dall’inizio ai carabinieri forestali del Nucleo “Parco” di Gioia del Marsi che hanno compiuto le indagini. Il 50enne è stato deferito alla procura della Repubblica di Avezzano. Le fiamme, domate solamente dopo diverse ore, avevano devastato un ettaro e mezzo di superficie boscata in località Monte nel Comune di Bisegna, all’interno dell’area protetta abruzzese. I militari sono risaliti al punto di origine dell’incendio, individuato in un terreno interessato dall’abbruciamento delle stoppie. Il fuoco, stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, è sfuggito al controllo dell’uomo. Le pene per il reato di incendio boschivo sono state inasprite dal 2023: prevedono da 6 a 10 anni di carcere per l’ipotesi dolosa e da 2 a 5 anni per quella colposa. I carabinieri forestali raccomandano «il rispetto delle normative e la massima attenzione a comportamenti del tutto comuni ma non per questo innocui, come ad esempio l’abbruciamento incontrollato di residui vegetali e l’accensione di fuochi nella vicinanza di boschi a distanza inferiore da quella prevista dalla legge».
Solo pochi giorni fa c’è stato un episodio analogo a Lettomanoppello, nella Val Pescara. Un uomo stava ripulendo l’orto, bruciando rami secchi e potature in località Tratturo, quando ha perso il controllo del rogo, complice il vento. Oltre dieci ettari di sterpaglie sono andati in fumo e per spegnere il rogo ed evitare danni alle infrastrutture sono dovuti intervenire tre Canadair. (r.rs.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.