AVEZZANO. Smorza subito ogni polemica il vicesindaco Domenico Di Berardino. «Non ho ricevuto segnalazioni particolari da scuole o da famiglie». Afferma il rappresentante dell’amministrazione Di Pangrazio, che detiene la delega al Sociale, rispondendo alla domanda se esista o no un allarme baby gang in città. «Il nostro punto di riferimento sono le famiglie e soprattutto le scuole cittadine, importanti luoghi di aggregazione e di confronto sociale, con le quali sono sempre in contatto. Da questo punto di vista non mi sono giunte segnalazioni particolari dalle famiglie e nessuna scuola ha mai evidenziato situazioni legate al fenomeno delle baby gang. Evitiamo allarmismi». Per il vicesindaco insomma si tratta di «episodi isolati» che nulla hanno a che fare «con quanto accade in altre città» dove, invece, episodi di questo tenore sono praticamente all’ordine del giorno. A tal proposito è importante ricordare che nei programmi didattici degli istituti superiori della città sono contemplati momenti di confronto sul bullismo, sul cyberbullismo e sugli altri reati informatici. Lo scopo è educare gli adolescenti a non prendersi gioco dei più deboli e a un utilizzino più consapevole del variegato mondo dei social network. Le lezioni, che prevedono anche incontri e seminari con la presenza di esperti, rientrano nel programma di educazione civica. Tuttavia, non sempre, il fenomeno baby gang coinvolge studenti, molto spesso i bulli provengono da contesti familiari difficili fatti di povertà educativa e abbandono scolastico.