MANOPPELLO. Venerdì primo settembre 2006 Benedetto XVI si recò in pellegrinaggio al Santuario del Volto Santo a Manoppello accolto dal vescovo di Chieti, monsignor Bruno Forte.
IL SALUTO
Prima di fare l’ingresso nel Santuario, il Papa salutò migliaia di fedeli radunati all’esterno con queste parole: «Cari fratelli e sorelle, grazie per questo benvenuto così cordiale. Vedo come la Chiesa è una grande famiglia. Dove c’è il Papa la famiglia si riunisce in grande gioia. Per me è un segno della fede viva, della gioia che ci dà la fede, della comunione, della pace che crea la fede. E vi sono gratissimo per questo benvenuto. Così vedo tutta la bellezza di questa Regione d’Italia qui, sui vostri volti. Un saluto particolare agli ammalati. Sappiamo che il Signore è particolarmente vicino a voi, vi aiuta, vi accompagna nelle vostre sofferenze. Siete nelle nostre preghiere. E pregate anche per noi. Un saluto speciale ai giovani e ai bambini di Prima Comunione. Grazie per il vostro entusiasmo, per la vostra fede. Noi tutti, come dicono i Salmi, cerchiamo il Volto del Signore. E questo è il senso anche di questa mia visita. Insieme cerchiamo di conoscere sempre meglio il volto del Signore e dal volto del Signore attingiamo questa forza di amore e di pace che ci mostra anche la strada della nostra vita».
IL DISCORSO
Benedetto XVI pronunciò poi nel Santuario (che fu elevato a basilica minore) il discorso. Ecco alcuni stralci: «Vorrei ringraziare il Signore per l’odierno incontro, semplice e familiare, in un luogo dove possiamo meditare sul mistero dell’amore divino contemplando un’icona del Volto Santo», disse Benedetto XVI, «a voi tutti qui presenti va il mio grazie più sentito per la vostra cordiale accoglienza e per l’impegno e la discrezione con cui avete favorito questo mio privato pellegrinaggio. Saluto e ringrazio in particolare il vostro Arcivescovo che si è fatto interprete dei comuni sentimenti. Grazie per i doni che mi avete offerto e che apprezzo molto proprio nella loro qualità di segni, come li ha chiamati monsignor Bruno Forte. Sono segni, infatti, della comunione affettiva ed effettiva che lega il popolo di questa cara terra d’Abruzzo al Successore di Pietro. Un saluto speciale rivolgo a voi, sacerdoti, religiosi e religiose e seminaristi qui convenuti. Non essendo possibile incontrare l’intera Comunità diocesana, sono contento che a rappresentarla ci siate voi, persone già dedite al ministero presbiterale e alla vita consacrata o incamminate verso il sacerdozio. Cari fratelli e sorelle, per vedere Dio bisogna conoscere Cristo e lasciarsi plasmare dal suo Spirito che guida i credenti alla verità tutta intera».
«Chi incontra Gesù», continuò, «chi si lascia da Lui attrarre ed è disposto a seguirlo sino al sacrificio della vita, sperimenta personalmente, come Egli ha fatto sulla croce, che solo il chicco di grano che cade nella terra e muore porta molto frutto. Questa è la via di Cristo, la via dell’amore totale che vince la morte: chi la percorre vive in Dio già su questa terra, attratto e trasformato dal fulgore del suo volto. Questa è l’esperienza dei veri amici di Dio, i Santi, che hanno riconosciuto e amato nei fratelli, specialmente i più poveri e bisognosi, il volto di quel Dio a lungo contemplato con amore nella preghiera. Essi sono per noi incoraggianti esempi da imitare; ci assicurano che se percorriamo con fedeltà questa via, la via dell’amore, anche noi – come canta il Salmista – ci sazieremo della presenza di Dio. Se perseveriamo nel cercare il volto del Signore, al termine del nostro pellegrinaggio terreno sarà Lui, Gesù, il nostro eterno gaudio, la nostra ricompensa e gloria per sempre».
«Questa è la certezza che ha animato i Santi della vostra regione», proseguì il Pontefice, «tra i quali mi piace citare particolarmente Gabriele dell’Addolorata e Camillo de Lellis; a loro va il nostro ricordo riverente e la nostra preghiera. Ma un pensiero di speciale devozione rivolgiamo ora alla Regina di tutti i Santi, la Vergine Maria, che voi venerate in diversi santuari e cappelle sparsi nelle valli e sui monti abruzzesi. Cari fratelli e sorelle, mentre ancora una volta vi ringrazio per la vostra presenza, su tutti voi e sui vostri cari invoco la benedizione di Dio».
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