TERAMO. È una battaglia a colpi di istanze e ricorsi quella che si annuncia dopo il sequestro di 700mila euro al Mo.Te, la società per azioni a capitale pubblico che si occupa della gestione rifiuti e di cui il Comune di Teramo è azionista di maggioranza.
Nelle prossime ore l’avvocato Gennaro Lettieri che assiste la società – a cui la Procura contesta la violazione del decreto 231, ovvero quello sulla responsabilità amministrativa degli enti – avanzerà una domanda di dissequestro a tribunale e Procura perché ritiene ci siano le condizioni. La società non farà ricorso al Riesame. Si annuncia ricorso al Riesame, invece, per l’ex amministratore della società Ermanno Ruscitti (assistito dall’avvocato Guglielmo Marconi) a cui la Procura contesta il reato di malversazione di erogazioni pubbliche. Destinatari del provvedimento di sequestro sia l’indagato sia la società. Secondo la versione fornita da investigatori e inquirenti le indagini della Finanza dell’Aquila sarebbero scattate nell’ambito dell’attività finalizzata a verificare il corretto iter dei contributi erogati dal Programma di attuazione regionale del Par Fsc 2007/2013. In questo contesto sarebbe emerso che la società dopo aver ricevuto dalla Regione un contributo pubblico di circa un milione ne avrebbe usato 700mila euro per ripianare debiti della stessa società anzichè usarli per la destinazione prevista, ovvero la costruzione di una piattaforma ecologica per il trattamento imballaggi a Teramo. Dopo la notizia del sequestro che risale ormai a una settimana fa, sul caso qualche giorno fa è intervenuto l’attuale amministratore della società Ivan Di Cesare che in una nota ha dichiarato: «Il provvedimento del gip non ha sospeso le attività dell’azienda, essendo il sequestro limitato a somme di denaro e altri beni immobili e/o mobili. Pertanto, il servizio pubblico non ha subito alcun impedimento; esso, sia pure con la difficoltà di avere, al momento, i conti bloccati, proseguirà nell’interesse della collettività. Nella immediatezza, sarà rappresentato agli inquirenti che la società dispone di un modello organizzativo 231 e, comunque, potrebbe beneficiare della sospensione del provvedimento, e consentire l’erogazione di un regolare servizio. Si confida che la Procura e il gip, nell’accertamento dei fatti che riterranno essere rilevanti, possano recepire le nostre urgenti istanze».(d.p.)