SULMONA. Aveva fatto bloccare i lavori del Superbonus alla palazzina perché si rifiutava di lasciare il suo appartamento. Ora dovrà farlo per forza dopo la decisione del giudice che ha confermato l’ordinanza di sgombero per una donna. Il collegio giudicante, in sede civile, ha rigettato il reclamo presentato dall’inquilina testarda contro la decisione del giudice di primo grado. A fondamento della decisione il degrado della struttura del fabbricato ritenuto pericoloso. Tra l’altro, la stessa donna aveva votato favorevolmente ai lavori per poi fare un passo indietro.
L’inquilina era stata quindi diffidata nel momento in cui tutti gli altri condomini avevano lasciato il fabbricato, individuando altre sistemazioni e sostenendo somme per gli affitti. Si era così arrivati in tribunale con il ricorso d’urgenza intentato dal condominio per la sussistenza di un «danno grave e irreparabile, atteso che le opere di abbattimento e ricostruzione del fabbricato necessariamente dovranno essere ultimate entro e non oltre il 2023 per non perdere le agevolazioni fiscali». Con apposita ordinanza ne era stato disposto lo sgombero. La donna però aveva impugnato il provvedimento, spiegando di aver revocato con atto successivo il suo parere favorevole per non aver ricevuto garanzie sulla sua nuova sistemazione e per le sue precarie condizioni di salute che non le avrebbero consentito un trasloco. La stessa aveva chiesto anche un’altra perizia sull’immobile. «Le circostanze personali allegate dalla ricorrente, in particolare con riferimento alle sue gravi patologie, non si traducono affatto in una condizione di dimostrata incapacità d’intendere e volere al momento dell’espressione del voto assembleare», si legge nell’ ordinanza del tribunale che sottolinea come « il pericolo in mora non deriva esclusivamente dalla condizione statica dell’edificio, ma anche dell’entità dell’intervento con rischio di aumento dei costi e del protrarsi della privazione del godimento delle unità abitative, con la connessa perdita quantomeno patrimoniale». L’udienza di merito è stata fissata per luglio. Ora la decisione spetta alla donna: o uscire di casa e consentire l’avvio dei lavori o continuare nelle sua personale battaglia aspettando la discussione di merito. (c.l.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.