LANCIANO . Un ordine del giorno per sostenere l’ingresso di Filippo Paolini nel Comitato ristretto dei sindaci Asl: è quello votato all’unanimità nel consiglio comunale di lunedì. Domani si elegge il quinto membro del comitato dopo l’uscita dell’ex sindaco di Ortona Leo Castiglione e il consiglio dà pieno appoggio a Paolini come rappresentante di Lanciano e del territorio. «Ma il sindaco dovrà combattere per il Renzetti», chiarisce la minoranza, «un presidio dove, a causa dei tagli della Asl, si sono perse altre mille prestazioni nel 2023. Con il centrodestra in Regione, dal 2019 il Renzetti ha perso oltre il 42% delle prestazioni: da novemila è a 5.170».
LA SPINTA DELLA MAGGIORANZA
L’ordine del giorno presentato dalla maggioranza è stato votato con l’astensione ovviamente del sindaco Paolini. Domani ad Atessa c’è l’assemblea dei sindaci per la surroga di Castiglione, decaduto in seguito al commissariamento del Comune. Un’assemblea attesa, richiesta da giorni soprattutto dal centrodestra che ben vede la nomina di Paolini, visto che ad oggi il comitato è composto da quattro sindaci di centrosinistra: Diego Ferrara (Chieti), Francesco Menna (Vasto), Giulio Borrelli (Atessa) e Massimo Tiberini (Casoli). «Il comitato è un organo importante«, spiega il consigliere Giuseppe Luciani (gruppo misto), «e Lanciano è stata sempre presente fino al 2021. Chiediamo come consiglio comunale di dare forza a Lanciano, sede di ospedale dea di primo livello, terza città della provincia».
IL Sì CONDIZIONATO
E subito arriva l’appoggio della minoranza con un “però”. «Siamo favorevoli alla nomina purché nel comitato ristretto non sieda il ventriloquo di Schael», dice Leo Marongiu (Pd) rivolto a Paolini, «Abbiamo problemi gravissimi e mi auguro che il sindaco si batta per il Renzetti». «Non sono mai stato il ventriloquo di nessuno», ribatte Paolini, «da sempre Lanciano, Chieti e Vasto sono state nel comitato al di là del colore politico dei sindaci con altri due posti a rotazione. Sono pronto a fare le battaglie giuste, come ho fatto quando Gianni Chiodi era il presidente della Regione e, con Pino Valente, ci siamo incatenati in difesa dell’ospedale. Non faccio sconti a nessuno».
CROLLO DELLE PRESTAZIONI
E ci sarà da dare battaglia visti i tagli, l’accorpamento dei reparti e le prestazioni dimezzate. «I dati del 2023 sulle prestazioni ospedaliere sono drammatici», dice Marongiu, «l’ospedale dal 2019 ha quasi dimezzato le prestazioni: è passata dalle 9.051 del 2018 alle 5.170 del 2023. Numeri impietosi frutto del taglio dei servizi di Schael e delle promesse non mantenute del centrodestra, ad esempio sul potenziamento di Urologia e Otorino. Poi ci sono problemi giornalieri al Cup con sistemi informatici spesso fuori servizio e al Laboratorio analisi, in Citologia, per la Dialisi che dovrebbe uscire dall’ospedale, per la seconda ambulanza mai attivata. Ci sono difficoltà per avere farmaci e dispositivi. In questo quadro impietoso si inseriscono necessità di fare cassa e accorpamento di reparti». La Rianimazione è passata da 6 a 4 posti letto, la Chirurgia da 20 a 14 e Otorino da 10 a 6 accorpati con Chirurgia. «Che sta scoppiando», chiude il consigliere, «il reparto aveva già previsto il piano ferie, con la decisione della direzione aziendale è saltato tutto con difficoltà enormi per il personale e anche per i ricoveri. E c’è il timore che l’accorpamento fino a settembre diventi definitivo».
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