LANCIANO. Il caso del boss calabrese in carcere con cellulari e sim card, scoperchiato dall’inchiesta dalla Dda di Reggio Calabria, non è isolato nel penitenziario di Lanciano. L’ultimo sequestro di un dispositivo telefonico abusivo a Villa Stanazzo risale alla settimana scorsa. Quest’anno, finora, la polizia penitenziaria ne ha sequestrati 12, non solo microcellulari ma anche smartphone. Negli ultimi tre anni, da quando cioè introdurre e detenere telefonini in carcere è diventato reato, ne sono stati scoperti un centinaio, nascosti nelle fogne o intercettati a bordo di un drone. L’ultimo caso è di un detenuto sorpreso a chattare con il cellulare sul letto; anche lui della sezione Alta sicurezza, come il boss Umberto Bellocco jr, dell’omonima cosca di Rosarno, che dalla cella di Lanciano partecipava ai summit del clan e dava ordini agli affiliati.
«L’indagine è del 2019, da allora la situazione è anche peggiorata», dice il segretario generale regionale della Uilpa, Ruggero Di Giovanni, «i mezzi per affrontare questa situazione non ci sono. Anni fa il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria aveva annunciato un progetto nazionale per l’acquisto di soppressori di segnale, ma in periferia non sono mai arrivati e alla fine è caduto tutto nel dimenticatoio. Abbiamo rilevatori di segnale, come i metal detector, ma non c’è personale a sufficienza per utilizzarli. Nel frattempo è aumentata l’apertura del carcere all’esterno, entrano migliaia di persone e non si riesce a controllarle tutte. Ma sembra che questo allo Stato non interessi, altrimenti ci darebbero uomini e mezzi».
«Non c’è più la vigilanza sul muro di cinta», aggiunge Piero Di Campli del Sappe, «un plauso va ai colleghi che hanno operato e continuano a farlo, nonostante le enormi difficoltà dovute alla carenza di organico. Sulla carta siamo 127 anziché 157, un numero che comunque non prevedeva le sezioni che sono state aperte successivamente, per 260 detenuti. Nonostante questo, i sequestri di cellulari continuano, ma i numeri sono destinati a scendere se continueranno a non metterci nella condizione di lavorare come vorremmo».
In questi giorni il personale del supercarcere di Villa Stanazzo è in agitazione per via dei turni portati a 8 ore, una decisione presa d’ufficio per consentire le ferie natalizie al personale. La direzione del carcere ha scritto al Dipartimento per chiedere l’invio immediato di almeno 18 agenti e 7 sovrintendenti. La questione della cronica carenza di organico nel penitenziario frentano approderà anche in consiglio comunale, dove i gruppi di maggioranza e minoranza stanno lavorando insieme a una mozione da portare in aula. «La presidente del consiglio, Gemma Sciarretta, e alcuni consiglieri hanno incontrato una delegazione della polizia penitenziaria», dice il sindaco Filippo Paolini, «per ascoltare le richieste del personale, che avrà la solidarietà e il sostegno del consiglio comunale di Lanciano. Cerchiamo di far arrivare a Roma anche la nostra voce. Il problema della carenza di personale è comune a tutti gli istituti penitenziari italiani, ma il nostro è un carcere di massima sicurezza e ha bisogno di un’attenzione particolare», conclude Paolini.
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