L’AQUILA. L’accordo alla fine c’è. Maggioranza e opposizione lo trovano alle 22.15 spianando la strada all’approvazione del Bilancio 2023-2025 da 6 miliardi di euro. M5S e centrosinistra depongono l’arma dell’ostruzionismo, FdI con Lega e FI concedono in cambio la certezza dei 5 milioni di euro contro il caro bollette per le famiglie con l’aggiunta di aiuti per le imprese artigiane.
Ore 11.20: primo stop, si torna in Commissione Bilancio per l’approvazione lampo di cinque debiti fuori bilancio. Tra questi spiccano ben 7 milioni e 540mila euro in favore della Tua spa, quasi un milione di euro verso l’Artigiancasse spa in favore delle imprese artigiani e 119mila euro per l’acquisto di 9 autovetture Fiat Panda Hybrid. Il totale dei debiti fuori bilancio, che partono da lontano, sale così a quota venti. Tutti approvati con tanto di ringraziamento del presidente Lorenzo Sospiri nei confronti delle opposizioni. Un gesto di cavalleria o una captatio benevolentiae per le ore successive. Intanto alle 12 si riapre il sipario in Consiglio regionale.
Ore 12.30: passa all’unanimità il referendum sul cambio di nome di Popoli in “Città di Popoli Terme”. Ma subito dopo sul progetto di legge Milleproroghe (che va dai sottotetti e i commercianti ambulanti alle proroghe dei commissari dei consorzi di bonifica e dell’assegnazione provvisoria degli alloggi nelle case popolari) si accende la miccia.
Lo fa Domenico Pettinari (M5S) puntando innanzitutto sull’articolo 1 che fa slittare di tre anni la messa in sicurezza degli invasi idraulici («Poi non ci scandalizziamo se accadono catastrofi come quella di Ischia», sentenzia il pentastellato). La parola passa quindi all’altro pentastellato, Pietro Smargiassi, che punta il mirino contro la norma che proroga gli assegni natalità e nuove residenze anti-spopolamento dei piccoli comuni, soprattutto perché viene eliminato il tetto dell’Isee. Norma, voluta da FdI, che andrebbe corretta per favorire realmente chi ne ha bisogno. E scatta la seconda interruzione per analizzare una montagna di emendamenti firmati 5 Stelle: qualche centinaio al Milleproroghe e oltre 4mila al Bilancio di previsione. Sono le 13,15: tutti a pranzo.
Ore 15: si riparte. In Aula entra il primo atto, il Defr (Documento di economia e finanza regionale), quindi per esempio investimenti sull’idrogeno, la sede della Regione nell’area di risulta di Pescara, la programmazione del Pnrr o i collegamenti ferroviari Pescara-Roma. Ma è solo l’antipasto. Il duo dem Pierpaolo PietrucciSilvio Paolucci lo bocciano senza appello. Ma il documento corre in discesa, e la discussione dura poco meno di mezz’ora. Si passa alla legge di Stabilità e subito riemerge il cavallo di battaglia dell’opposizione, ovvero i 5 milioni di euro per caro bollette e famiglie, non pervenuti nella manovra. Ma nella stessa legge la maggioranza blinda fondi per il Napoli calcio o Abruzzo Sviluppo: e questo basta e avanza per far ripartire l’incalzante Pettinari che termina il suo intervento con una bordata all’assessore Pietro Quaresimale sulla Asp (Azienda pubblica di servizio alla persona) di Teramo. Subito dopo scatta però un’altra sospensione dell’assemblea per permettere al senatore-assessore, Guido Liris, momentaneamente assente (come del resto lo è il governatore, Marco Marsilio, che staziona in corridoio), di rientrare nella partita che lo riguarda in prima persona.
E la pausa dura più del previsto per un paio di grossi ostacoli che a metà pomeriggio il centrodestra non ha ancora rimosso: il primo riguarda la valanga di emendamenti ostruzionistici pentastellati che la maggioranza può disinnescare in due modi. Applicando la ghigliottina oppure accettando la richiesta del gruppo di Francesco Taglieri di inserire in manovra per esempio i fondi per famiglie, malati oncologici e disabili; il secondo è il braccio di ferro all’interno del centrodestra sul tesoretto riservato ai consiglieri da approvare con il Bilancio per distribuire nuovi fondi a pioggia.
Alle 17.30, quando in aula le bocce sono ancora ferme, trapelano le prime indiscrezioni su un compromesso che mette d’accordo tutti: capra, cavoli e lupo. Si parla infatti di una manovra d’aula sdoganata, cioè di un tesoretto che sale da 8 a 15 milioni di euro inglobando i desiderata dell’opposizione. La sospensione dura molto, più di cinque ore. Ma non è un brutto segnale.
Ore 21.15: si riparte e di corsa. In aula compare Marsilio.
In meno di un’ora la maggioranza approva Defr e Milleproroghe. Poi un nuovo pit stop, per limare l’accordo con le opposizioni prima di approvare la Legge di Stabilità – a cui vengono legati gli aiuti per le famiglie e la Manovra d’aula – e infine il Bilancio con una serie di emendamenti tra cui gli aiuti ai malati oncologici e i giochi inclusivi per i disabili, cavalli di battaglia di Pettinari.
Ma prima che parta lo sprint finale arriva il segnale di pace: spariscono infatti tutti gli emendamenti ostruzionistici dei pentastellati. La prima delle due leggi, quella sulla Stabilità, corre così veloce che sembra un levriero in discesa. Prende la parola l’assessore Liris che spiega i termini su cui si basa il patto con le minoranze. Che riassumiamo così: gli aiuti per le famiglie in difficoltà, a causa della stangata bollette, vengono blindati all’interno delle risorse statali destinate all’Abruzzo dal governo Meloni. Si tratta di entrate residue per l’emergenza Covid che l’Abruzzo deve ancora ricevere. Fondi che certamente saranno di gran lunga superiori ai 5 milioni previsti. Anche se non si sa quando arriveranno a destinazione. Le ulteriori risorse, se ci saranno, verranno stanziate per le piccole e medie imprese artigiane, per il centro di ricerca dell’agricoltura (Crua) e il trasporto pubblico locale.
Ore 23.10: l’opposizione depone l’ascia di guerra. E, subito dopo, vota insieme alla maggioranza la norma che cancella l’Irap per le Onlus abruzzesi. Ma alla fine della fiera, la legge di Stabilità viene approvata senza i 5 Stelle che votano anche il Bilancio. Questioni di principio.
Ultimo atto: sono le 23,42 quando il presidente Lorenzo Sospiri dà il via alla lettura di articoli ed emendamenti legati alla Legge di Bilancio che corre veloce verso il traguardo tagliato alle 24 in punto. Alla fine vincono tutti. Il sipario si chiude con il saluto a Liris: «Lo rimpiangeremo», dice Sospiri.
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