TERAMO. La Procura conferma le accuse di bancarotta fraudolenta patrimoniale – elencate nell’avviso di conclusione di indagine già notificato ad aprile – e chiede il processo per Danilo Iannascoli, 63 anni, conosciutissimo imprenditore pescarese e negli anni scorsi presidente del Pescara calcio a 5 (società che ha militato in serie A) ed ex dirigente del Pescara calcio.
Il pm Silvia Scamurra (titolare del fascicolo) ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio: l’ultima parola spetta ora al giudice per le udienze preliminari che dovrà decidere se mandare a processo o disporre il non luogo a procedere. La Procura contesta anche delle operazioni dolose causative del fallimento e l’ipotesi di reato di dichiarazione infedele mediante fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti. Secondo l’accusa dell’autorità giudiziaria, tutta da dimostrare nel corso di un eventuale dibattimento, negli anni sarebbero stati sottratti 16 milioni di euro dalle due società cooperative di cui Iannascolli era presidente del Cda e amministratore delegato attraverso l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. E sempre per la Procura l’imprenditore avrebbe usato quei soldi per sponsorizzazioni di società calcistiche «del tutto inconferenti con l’attività aziendale», si legge a questo proposito negli atti giudiziari, «atteso lo scopo mutualistico delle cooperative».
Le due società amministrate da Iannascoli sono state dichiarate fallite nel 2021 e nel 2022: si tratta della Sagem e della Dasco, entrambe operanti nella produzione e commercializzazioni di sementi e mangimi. In particolare la seconda interamente partecipata da Sagem, storico mangimificio di Roseto che ha occupato centinaia di persone. Le indagini sul caso sono state portate avanti dal nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale della guardia di finanza. Così si legge nell’avviso di conclusione in relazione a Iannascoli per la Sagem: «Dissipava ingenti risorse finanziarie della società sin dall’anno 2012 e, comunque, le distraeva per finalità estranee all’oggetto sociale, nonostante lo stato di tensione finanziaria progressivamente registratosi nel corso degli anni 2015-2016 e l’insolvenza conclamatasi durante l’esercizio 2017 al termine del quale la società registrava una perdita di 2.269.860 euro), concorrendo altresì con siffatte operazioni dolose a cagionare il dissesto della società». Secondo la Procura, si legge sempre negli atti, «utilizzava sistematicamente risorse della Sagem nel periodo 2012-2018 per promuovere e finanziare l’attività di associazioni sportive presiedute personalmente o dai propri familiari o comunque a lui riferibili (Asd Pescara, Apd Pescara, Ads Real Pescara, Delfino Pescara 1936) sia in modo diretto (attraverso contratti di sponsorizzazione di importi milionari stipulati negli anni 2013-2018 anche in favore di squadre giovanili nonché attraverso elargizioni sine titulo in favore delle predette associazioni) sia indirettamente».
Operazioni che per la Procura sono « del tutto inconferenti con l’oggetto sociale (stante lo scopo mutualistico) di importi assolutamente sproporzionati rispetto all’entità delle prestazioni rese dalle associazioni sportive in favore della fallita al punto da esporre la società alle azioni recuperatorie dell’Agenzia delle Entrate a fronte della contestazione di emissione/utilizzo di fatture per operazioni inesistenti con conseguente aggravio del dissesto e comunque realizzate anche in periodi di drastica riduzione del fatturato e significativa tensione finanziaria». Accuse respinte dall’indagato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA