
CHIETI . L’ex Gil di Chieti ancora una volta nel mirino dei vandali. Porte scardinate sia nell’edificio centrale, quello che ospitava l’ex centro servizi culturali della Regione – già oggetto di denunce nei mesi scorsi per il suo stato -, sia in quello che vedeva la presenza di uffici regionali della sanità. Le foto scattate da Giuseppe La Spada, funzionario della Soprintendenza archeologica, testimoniano come il complesso sia stato nuovamente preso di mira. All’inizio di settembre Fabrizio Franceschelli, noto regista teatino, documentò il degrado dell’ex centro servizi culturali chiuso a seguito del terremoto del 2016. I grossi volumi dell’enciclopedia Treccani finiti a fare da sostegno per tavole di legno utilizzate come trampolini di lancio per skateboard e biciclette. Libri lasciati nel piazzale dell’ex biblioteca regionale, che era diventata accessibile a tutti a causa del cancello che non chiudeva più.
All’interno dell’edificio, che doveva essere un punto di ritrovo culturale della città, lo stato di abbandono. Porte e vetri rotti, sporcizia ovunque, scritte sui muri, sedie e poltroncine rovesciate nel piazzale, estintori abbandonati e, soprattutto, libri incustoditi. Sparpagliati per terra nei locali, gettati anche fuori dalla struttura e finiti a fare da sostegno per improbabili trampolini di lancio. Una situazione che scatenò le reazioni di cittadini, associazioni, trasformandosi poi in un vero e proprio scontro politico.
Fino alle scorse settimane, quando è emerso che il complesso ex Gil di Chieti beneficerà di un finanziamento di 2 milioni e 200 mila euro dopo che la cabina di coordinamento ha approvato il nuovo piano delle opere pubbliche della Regione danneggiate dal terremoto del 2016. E potrebbe diventare la nuova sede del museo Barbella.
Sul finanziamento che potrebbe ridare un futuro al complesso, era intervenuto il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Mauro Febbo: «Una notizia che ci rallegra e per la quale voglio ringraziare sia il direttore dell’Usr Sisma 2016, Vincenzo Rivera, sia il commissario Giovanni Legnini che hanno lavorato per portare a termine questo percorso», aveva detto. «Queste risorse ci permetteranno di indirizzare in maniera concreta e definitiva l’ipotesi del trasferimento del museo Barbella proprio in quei locali che già Regione e Comune stavano valutando».
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