
GUILMI. Più di 40 ettari di terreno campi coltivati e boschi inceneriti a Guilmi, una lunga striscia di vegetazione in fiamme a margine della linea ferroviaria fra la stazione di Vasto-San Salvo e Montenero di Bisaccia. Le temperature insolitamente alte , il forte vento di libeccio e la poca attenzione dell’uomo hanno alimentato ieri due incendi che hanno provocato danni e disagi nel Vastese.
Il primo incendio è scoppiato a Guilmi poco prima delle 16. Il fuoco è partito da un terreno incolto in contrada Marrecine sulla strada che conduce a Roccaspinalveti. Fra i primi ad arrivare sul posto, il sindaco di Guilmi, Carlo Racciatti. Alimentate dal vento le fiamme hanno divorato in pochi minuti decine di ettari di vegetazione e area boschiva e sono arrivate a lambire alcuni casolari. Sul posto i vigili del fuoco di Vasto e Gissi e i volontari della protezione civile Arcobaleno di San Salvo. Alle 17, vista l’estensione del rogo, sono arrivati da Ciampino tre canadair. I mezzi aerei facendo la spola con la costa vastese hanno effettuato diversi lanci di acqua prelevata dal mare riuscendo a soffocare le fiamme che avevano raggiunto anche zone impervie. Alle 18 con l’arrivo del buio i Canadair sono tornati a Ciampino ed è proseguito il lavoro dei vigili del fuoco e dei volontari della protezione civile a terra. Sul posto anche il Dos (Direttore delle operazioni di spegnimento). A causare l’incendio potrebbe essere stato il gesto scellerato di qualche automobilista di passaggio che ha buttato una cicca di sigaretta accesa fra la vegetazione secca. In pochi minuti si è scatenato l’inferno. Diversi i focolai tenuti a bada ieri sera e durante la notte.
Quello di Guilmi non è stato l’unico incendio che ha creato problemi nel Vastese. A ridosso della stazione ferroviaria Vasto-San Salvo, alle 17,10, è scoppiato un altro rogo che ha obbligato le ferrovie a sospendere la circolazione dei convogli per consentire le operazioni di spegnimento. Sul posto per domare le fiamme sono arrivati i vigili del fuoco di Termoli e i colleghi di Ortona. A creare problemi anche il fumo che si è sprigionato dal rogo. Anche in questo caso, difficilmente si è trattato di un fenomeno di autocombustione. (p.c.)
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