L’AQUILA. Un weekend all’insegna dei grandi numeri, quello registrato sul Gran Sasso. Tra sabato e domenica circa 2.800 persone hanno scelto la stazione di Campo Imperatore, l’unica dell’Appennino dove è possibile sciare su neve naturale e dove gli appassionati del circo bianco hanno trovato le quattro piste aperte perfettamente battute. Il Centro turistico del Gran Sasso, vista la grande affluenza, ha disposto nel fine settimana corse continue della funivia dalle 8 alle 17 e i biglietti staccati hanno superato le aspettative. Un successo che sa anche di rivincita, dopo il lungo stop imposto all’impianto dal ministero dei Trasporti, le prescrizioni per la riapertura al pubblico e la scia di polemiche che ha accompagnato la partenza della stagione invernale. A confermare le cifre è l’amministratore unico del Ctgs Dino Pignatelli: «Nella giornata di sabato a Campo Imperatore abbiamo contato 1.400 ingressi», dice Pignatelli, «e altrettanti sono stati registrati domenica. Numeri che ci confortano, rispetto al grande sforzo fatto per aprire almeno quattro piste, in una stagione dove tutte le stazioni sciistiche dell’Aquilano stanno soffrendo per la mancanza di neve. Grazie all’impegno dei nostri operatori e battipista e al clima ottimale, abbiamo regalato emozioni uniche agli amanti del Gran Sasso, arrivati anche da altre regioni. Una fiducia non scontata, viste le problematiche e le polemiche che hanno contraddistinto questo avvio di stagione». A Campo Imperatore si scia su neve naturale, dato che la stazione non è provvista di un sistema di innevamento artificiale. Le piste attualmente aperte sono Mirtillo, Compressione, Osservatorio e Campo scuola. Mancano la Panoramica e L’Aquila bianca, che è stata in parte battuta, ma finora utilizzata solo dagli sci club per gli allenamenti. Quest’anno, con un lavoro di squadra tra Comune e Ctgs, la neve è stata trasportata da dove si era accumulata utilizzando un mezzo Unimog. «Se arriverà neve fresca», si augura Pignatelli, «si potrà aprire a pieno regime e magari prolungare la stagione, partita solo lo scorso 24 gennaio». Intanto il Comune ha deciso di impugnare in tribunale il provvedimento con cui l’Ansfisa, l’Agenzia per sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali, ha disposto la chiusura della funivia a partire dal primo maggio, con l’obbligo di sostituire le quattro funi portanti. Un intervento da 3 milioni di euro, che dovrebbe essere anticipato rispetto alla data programmata nel 2028. L’indicazione è inserita tra le prescrizioni contenute nel nulla osta con cui l’agenzia ministeriale ha autorizzato, lo scorso 11 gennaio, la riapertura dell’impianto, dopo lo stop legato a un esposto in cui si ipotizzavano criticità a una delle funi. Nella delibera della giunta si contempla anche la richiesta di risarcimento dei danni causati dall’Ansfisa. Secondo il Comune, «la prescrizione determina, senza motivazione e anzi in contrasto con le verifiche svolte e con le prescrizioni dettate per l’esercizio della funivia dalla medesima Agenzia, un gravissimo e ingiustificato onere per il Comune chiamato a sostituire le quattro funi portanti della funivia in anticipo rispetto ai cicli manutentivi imposti dalla normativa».
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