
LANCIANO. È stato rinviato a giudizio l’unico minorenne imputabile dei tre ritenuti responsabili dell’aggressione a Giuseppe Pio D’Astolfo, avvenuta nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2020 nell’area dei binari dell’ex stazione Sangritana. G.P.G., oggi sedicenne, è accusato di lesioni gravissime. Ieri il giudice per le udienze preliminari del tribunale per i minorenni dell’Aquila ha deciso il rinvio a giudizio del giovane, all’epoca quattordicenne, e fissato l’inizio del processo al prossimo 2 ottobre, a quasi quattro anni dai fatti che hanno cambiato la vita a Giuseppe Pio e alla sua famiglia.
D’Astolfo, oggi ventunenne, è tuttora interessato da deficit della memoria a breve termine e perdita di attenzione, in seguito al pugno ricevuto alla tempia che lo mandò in coma per un mese. Danni che sono stati accertati anche dalla perizia clinica depositata nella precedente udienza, lo scorso 4 marzo, dalla dottoressa Maria Rosaria Aromatario, medico legale incaricata dalla Procura. La relazione del medico legale ha certificato una «disabilità persistente con significativo deficit della sfera cognitiva, relazionale e comportamentale, tale da impedire una ripresa funzionale in ambito familiare, sociale e lavorativo».
In seguito ai risultati della perizia, che ha messo quindi in diretta correlazione i danni permanenti con l’aggressione di quattro anni fa, la Procura per i minorenni aveva cambiato il capo d’imputazione da lesioni gravi a gravissime. «Un’aggressione bestiale», l’ha definita ieri il pm chiedendo il rinvio a giudizio del minorenne. La difesa del sedicenne aveva chiesto, invece, il non luogo a procedere. Gli altri due minorenni, all’epoca dei fatti tredicenni, sono stati dichiarati non imputabili. «Per la famiglia è un altro passo avanti verso l’obiettivo di avere giustizia», commenta l’avvocato Giovanni Mangia che assiste D’Astolfo, «speriamo che il processo non vada troppo per le lunghe, ormai la consulenza tecnica è stata fatta e la responsabilità dell’imputato acclarata». Giuseppe Pio era presente in aula insieme ai genitori. «Sono soddisfatta di come stanno andando le cose dal punto di vista giudiziario», dice la mamma Paola Iasci, «finalmente, dopo tanto dolore. Dolore che ancora oggi ci accompagna per le conseguenze permanenti riportate da nostro figlio». (s.so.)
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