AVEZZANO. «Uscite entro le 8.30. Portate con voi i medicinali. Mettete in sicurezza gli animali domestici. E ricordate che alle 8.30 verranno staccate le utenze nel raggio di 300 metri dal punto in cui è stato trovato l’ordigno. È importante evitare di prendere gli ascensori e prestare attenzione ai cancelli automatici. Ciascuno di noi può contribuire all’esito positivo dell’operazione rispettando poche e semplici regole». Sono le raccomandazioni del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, ai 20mila avezzanesi che questa mattina devono abbandonare la propria abitazione per consentire agli artificieri dell’Esercito italiano di disinnescare la bomba da aereo americana ritrovata due settimane fa nel quartiere Cupello. Il rientro è previsto intorno alle 12/12.30. Si tratta di un ordigno della Seconda guerra mondiale lungo un metro, pesante mille libbre (circa 450 chili), caricato con 253 chili di esplosivo e per questo in grado di arrecare danni a cose o persone entro un raggio di 1.481 metri. Da venerdì 10 febbraio, giorno in cui la bomba è affiorata dal terreno, l’attività amministrativa si è praticamente fermata e non si è pensato ad altro che a mettere a punto un piano di evacuazione cercando di non trascurare alcun dettaglio. «Sono stati giorni impegnativi», ha detto Di Pangrazio al Centro, «soprattutto nella complessa gestione organizzativa. Aspetto su cui ho un’esperienza maturata negli anni. In queste situazioni, la cosa più difficile è essere capaci di informare senza ingenerare panico. Se la popolazione è troppo tranquilla nessuno esce di casa. Se si accentuano troppo ansia o paura qualcuno può perdere lucidità. Per via delle recenti emergenze», ha sottolineato il primo cittadino, che da giorni presiede riunioni con la prefettura e nel Centro operativo comunale (l’ultimo ieri pomeriggio, ndc), «Covid, guerre nel cuore dell’Europa e ora bombe inesplose, siamo stati spesso sotto pressione. Credo tuttavia che, in questi 15 giorni, i concittadini abbiano dato una bella prova di maturità e saggezza. Abbiamo cercato di informare e creare minori disagi possibili con accortezze maggiori per i più deboli».
È stata proprio la gestione della fasce più deboli della popolazione, “i fragili e gli anziani soli” a rappresentare l’aspetto più complicato del piano di evacuazione. «Circa 1.300 uomini e donne», prosegue Di Pangrazio, «per i quali abbiamo previsto servizi di trasferimento e assistenza. Altra preoccupazione è derivata dalla presenza di strutture sensibili come la clinica Di Lorenzo e la casa di riposo Don Orione». La prima è stata sgomberata ieri. Alcuni pazienti hanno ricevuto un permesso straordinario per tornare temporaneamente a casa. I post operati sono stati trasferiti in ambulanza alla Nova Salus di Trasacco. Mentre l’unico paziente in terapia intensiva è stato spostato in ospedale. Ieri pomeriggio gran parte degli anziani ospitati nella residenza sanitaria “Don Orione” è stata accompagnata nella struttura “Incontro” di via Carlo Alberto Dalla Chiesa. Una decina di nonni, invece, tornano temporaneamente in famiglia. Alcune suore della casa di riposo “Sacro Cuore” sono state già trasferite in una struttura a Silvi Marina, le più fragili sono assistite all’Interporto di Avezzano dal personale della Croce rossa. Le altre strutture di ricovero temporaneo per i “fragili” sono il Noesis e la Residenza dei Marsi. Evacuati anche il carcere San Nicola, la caserma dei carabinieri, il commissariato di polizia, l’Oasi madre Clelia e il Coc via Fontana con l’Unità di crisi allestita nella scuola di via Puglie. Altro aspetto da gestire «il tema sicurezza, per il quale», sottolinea Di Pangrazio, «abbiamo attivato, in affiancamento al prezioso lavoro delle forze dell’ordine, anche i sensori di rilevamento dei movimenti collegati alle 80 telecamere della zona interessata. Non è la prima volta che Avezzano si trova ad affrontare un’evacuazione per una bomba inesplosa, ma, in questa circostanza, l’ordigno è uno dei più grandi rinvenuti in Italia, all’interno di un centro urbano. Per questo cautele e difficoltà sono raddoppiate». Il primo cittadino, infine, ha voluto rivolgere un «ringraziamento a chi rischia di più, cioè agli artificieri del 6° Reggimento Genio Pionieri. Poi ai nostri volontari e a quelli arrivati da ogni parte d’Abruzzo, alle forze dell’ordine, al personale del Comune e a tutti i dirigenti delle funzioni Coc. Ne aggiungo uno», sottolinea il sindaco di Avezzano, «sentito, a chi ha perso una giornata di lavoro e alle attività commerciali che hanno aperto, in via straordinaria, per dare una mano all’amministrazione».
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