PESCARA. Sono partiti i controlli sui finanziamenti miliardari del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ed emergono già le prime irregolarità: nella sola provincia di Pescara sono state accertate già indebite compensazioni di crediti di imposta per 290mila euro. Imprese edili, società di trasporto, ditte della sanità e della meccanica sono finite nel mirino della Guardia di finanza per un utilizzo distorto del credito d’imposta, cioè la misura agevolativa che consente di ridurre le tasse da pagare sui propri utili netti. E il bilancio dei controlli della finanza non è edificante: la metà dei soggetti controllati è stata segnalata all’Agenzia delle Entrate «per investimenti non inerenti all’utilizzo dei crediti di imposta». Una pratica diffusa, in base alle risultate dei controlli.
Lo Stato e le imprese iniziano a mettere le mani su quel mare di finanziamenti messi a disposizione dall’Europa per rilanciare il Paese dopo la gravissima crisi dovuta alla pandemia da Covid 19 (che ha messo in ginocchio molta dell’economia nazionale), stimolare la transizione ecologica e digitale e favorire il cambiamento dell’economia nazionale. Tantissimi fondi pubblici che vanno naturalmente impegnati e sfruttati, ma che hanno anche bisogno di rigorosi controlli per evitare un utilizzo non conforme alla norma o addirittura un uso truffaldino. E così le fiamme gialle di Pescara, guidate dal comandante provinciale, il colonnello Antonio Caputo, hanno avviato i controlli che, purtroppo, hanno già evidenziato irregolarità, soprattutto amministrative messe in campo dalle imprese per poter fruire di questa liquidità europea. E quindi, nell’ambito dei controlli sul corretto impiego delle risorse del Pnrr, le fiamme gialle si sono rivolte verso un settore specifico dell’economia locale, andando a verificare le erogazioni per investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati, nel Progetto Industria 4.0, e per la formazione del personale, nel Progetto Formazione 4.0. Linee di rilancio dell’economia che, per questi specifici settori, hanno previsto una dotazione finanziaria di tutto rispetto che si aggira sui 13 miliardi di euro. E destinatari di questi fondi sono soggetti economici diversi: ditte dell’edilizia; società di servizi accessori per i trasporti merce; imprese attive nella sanità; nei servizi di automazione e anche lavori di meccanica generale. Quindi, come si vede, le verifiche e gli accertamenti che stanno svolgendo gli uomini della finanza di Pescara, sono oltremodo impegnativi e comprendono una larga fetta dell’economia locale di diversi settori, alcuni dei quali anche strettamente collegati fra loro. E il primo risultato è purtroppo negativo: le fiamme gialle hanno evidenziato che il 50% dei soggetti controllati ha presentato delle irregolarità che gli investigatori hanno prontamente segnalato all’Agenzia delle Entrate in relazione ad investimenti non inerenti all’utilizzo dei crediti d’imposta.
«L’intervento», scrive il comando provinciale nella nota diffusa alla stampa, «rientra nelle azioni condotte dal Corpo in qualità di “polizia della spesa pubblica”, per il controllo della corretta gestione delle risorse a valere sul bilancio dell’Unione Europea, con particolare riguardo ai consistenti contributi erogati grazie al programma Next Generation Eu e, più in particolare, in relazione alla gestione, monitoraggio e controllo del Piano nazionale di ripresa e resilienza con cui sono stati fissati ambiziosi obiettivi per il Paese, anche di concerto con le istituzioni europee».