LETTOMANOPPELLO. Stava ripulendo l’orto bruciando rami secchi e potature quando, intorno alle dieci di martedì mattina, a Lettomanoppello come nel resto della Val Pescara tirava un vento caldo dovuto alle alte temperature di questo ottobre anomalo.
È un residente di Lettomanoppello, secondo quanto ricostruito dai carabinieri forestali del nucleo “Parco”, il responsabile dell’incendio partito l’altroieri in località Tratturo, e che ha interessato oltre dieci ettari di sterpaglie andate in fumo.
Ma le fiamme potevano distruggere anche la vicina pineta se non ci fosse stato l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco che ha consentito ai carabinieri forestali di mettersi fin da subito alla ricerca del presunto responsabile, avendo avvistato il fumo durante un’attività di ricognizione. E dopo essersi assicurati che le fiamme non potessero raggiungere i vicini boschi, i militari sono riusciti a risalire al residente che stava lavorando nel suo orto e che, per quelle fiamme andate fuori controllo, è stato denunciato per incendio boschivo colposo.
Un incidente dunque, che ha però ulteriormente appesantito il lavoro dei vigili del fuoco, martedì mattina impegnati anche sull’altro fronte di Alanno, ben più vasto e grave del primo (oltre 80 ettari distrutti), causato quasi certamente della mano di un piromane per il quale le indagini vanno avanti a 360 gradi.
Un doppio fronte che, come spiega il comandante provinciale del vigili del fuoco, Luca Verna, nella giornata di martedì ha impegnato una quarantina di uomini, con una decina di squadre arrivate da Pescara e dal distaccamento di Alanno, ma anche con il contributo dei vigili del fuoco volontari di Manoppello e Popoli, di una squadra di Penne e, ancora, ricorrendo al modulo “Aib” di colonna mobile, con una squadra proveniente dal comando di Chieti, più due canadair per il supporto dall’alto, con il coordinamento di due Dos (direttori delle operazioni di spegnimento) di Chieti e dell’Aquila. «È stata una giornata molto impegnativa», commenta il comandante Verna, «che ha richiesto uno sforzo eccezionale da parte nostra, considerando che siamo fuori della campagna antincendi boschivi. Avevamo solo le forze dell’organico ordinario per spegnere i due incendi, tra cui quello di Alanno con un fronte di oltre un chilometro, esposto alla velocità del vento e che poteva mettere a repentaglio abitazioni e strutture. Controllarlo in tutta la sua estensione», sottolinea, «è stato molto impegnativo e difficile». È per questo che il comandante torna ad appellarsi ai cittadini ricordando di «non accendere fiamme libere» tenendo conto che il sottobosco prende fuoco più facilmente e che in periodi di siccità come questo diventa paglia. E poi l’esortazione a fare sempre grande attenzione ai mozziconi di sigaretta che, lanciati dall’auto in corsa, alimentati dalla velocità, diventano vere e proprie fiamme.
«La superficialità di una persona può provocare difficoltà operative che si ripercuotono poi su soccorsi di altra natura», conclude Verna, «perché se dirottiamo unità a spegnere incendi di queste proporzioni, poi si rischia di ritardare altri interventi, come un incidente stadale o un incendio in appartamento».