CHIETI. Per la prima volta la protesta contro la ferrovia scende in piazza. I diversi comitati che sono sorti ognuno per tutelare i propri territori di riferimento, dopo un primo momento in cui hanno tentato di dialogare con i tecnici di Rete ferroviaria italiana per limare l’impatto ambientale dell’opera, adesso fanno un altro passo e decidono di manifestare in piazza. Il teatro della protesta sarà Chieti Scalo. Venerdì alle ore 18 in piazzale Marconi la manifestazione sarà animata da cinque comitati: Comferr, Ferro-Via, Mulino, Comitato no ferrovia sì strada verde e il comitato di Alanno.
Il no al progetto mette insieme anche i comitati che si trovavano su posizioni contrapposte, come il Comferr, che chiede una variante al progetto originario sulla linea ferroviaria che porta all’Interporto, e il comitato Mulino che invece si vede penalizzato proprio dalla variante. A riportarli tutti sulla stessa linea, vale a dire su quella della netta contrarietà al progetto, è stato il modo in cui è stato condotto il dibattito pubblico, da cui i comitati non si sono sentiti davvero ascoltati e presi in considerazione: «Noi comitati ci siamo uniti in un’unica direzione, nel dire no al progetto», dice Katia Corsi, portavoce del comitato Mulino, «non crediamo nell’utilità di questo progetto. Man mano che la situazione è andata avanti, abbiamo capito che questa può diventare un’opera senza fine. I benefici ci saranno solo per pochi, ma il prezzo da pagare per il territorio sarà altissimo».
C’è sfiducia anche nelle istituzioni. Per l’ex assessore comunale Gianni Di Labio, portavoce teatino del Comferr, «è lo stesso presidente della Regione Marco Marsilio a dire che solo il 10% di quest’opera è finanziato e quindi non si sa quando realmente finirà. Si andrà oltre il 2050, a queste condizioni come possono continuare a dire che questa opera porterà beneficio al territorio? Io ritengo che il progetto sia già vecchio oggi, figuriamoci tra 30 anni a cosa possono servire treni che viaggiano a 80 chilometri orari. Mi meraviglia che sindacati, industriali e politica siano tutti favorevoli. Mi chiedo se queste persone hanno letto veramente il progetto, se l’hanno studiato o parlano per sentito dire. Quanto al Comune di Chieti, bisogna dare atto che si è dato da fare, ma nonostante l’impegno è risultato impreparato, perso e smarrito di fronte a questa situazione. Ecco perché abbiamo deciso di ricorrere a una protesta di piazza. Mi auguro che i sindaci vengano a protestare insieme al popolo».
Per Paola Sablone, presidente del comitato Ferro-Via, «il progetto è inutile, non accettiamo di essere sacrificati e devastati per l’interesse economico di pochi che a oggi non escono ancora allo scoperto. A questo punto non parliamo più né di varianti né di alternative. Noi conosciamo solo l’attuale progetto e a quello diciamo no. Daremo voce ai cittadini, non abbiamo sentito la necessità di coinvolgere la politica, perché sinora la politica sinora ha parlato ma non ha fatto nulla di concreto».