CHIETI. «Ho detto che mi riprendevo la città, ma non intendevo dire che mi candido a sindaco». Il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Mauro Febbo torna in conferenza stampa per fare il bilancio dei primi 30 mesi dell’amministrazione guidata da Diego Ferrara e non si nega alle domande su una sua possibile candidatura a sindaco alle comunali di Chieti nel 2025. Dice che con le parole forti utilizzate non intendeva lanciare la corsa alla poltrona più alta di palazzo d’Achille, ma la smentita dura solo mezzo secondo. Perché subito dopo aggiunge di essere stato «sorpreso dai tanti attestati di stima ricevuti e dall’attenzione sollevata» dalla sua possibile candidatura. Tanto che, questa volta sì, ci avrebbe pensato seriamente: «Prima ci sono le elezioni regionali del 2024», avverte, «ma dopo io di certo non scappo, non mi sottraggo anche di fronte a incarichi difficili».
Secondo Febbo i primi riscontri alla possibilità di candidatura sarebbero stati positivi, nonostante il fatto che Fratelli d’Italia si sia subito sentita in dovere di porre un altolà e altri esponenti del centrodestra non abbiano certo fatto i salti di gioia. E comunque, a meno che il consigliere regionale non abbia notizie certe sull’impossibilità del centrosinistra di continuare a governare la città, la candidatura a sindaco è uno scenario ancora molto lontano. Certo è che Febbo è tornato protagonista sulla scena teatina e che sta cercando di ricrearsi un gruppo, dopo lo sfaldamento causato dal mancato appoggio al candidato di centrodestra Fabrizio Di Stefano alle scorse elezioni comunali. Una «scelta di coerenza», è tornato a rivendicare il capogruppo forzista che ha ricordato la posizione critica assunta nei confronti della precedente amministrazione e, conseguentemente, la scelta di non appoggiare il candidato di coalizione: «Una coerenza che il sottoscritto è stato l’unico a pagare», ha detto riferendosi al fatto di aver perso l’assessorato, «anche se, nonostante tutto e sempre per coerenza, sono rimasto al mio posto in Forza Italia». Nel gruppo che affianca il consigliere ci sono i fedelissimi, consiglieri ed ex consiglieri comunali, Maurizio Costa (capogruppo di Forza Chieti), Emiliano Vitale e Maura Micomonaco. Un volto nuovo è invece quello del coordinatore comunale FI Pietro D’Arcangelo. Dallo scorso 3 aprile è inoltre tornato in Forza Italia il consigliere comunale Damiano Zappone che era entrato in consiglio comunale con il polo civico del vicesindaco Paolo De Cesare.
La conferenza stampa di ieri ha suscitato una certa curiosità in città, tanto che ad ascoltare Febbo sono arrivati non solo i giornalisti ma anche diversi cittadini, come l’ex consigliere comunale Enrico Bucci e l’organizzatore delle tappe del Giro d’Italia in Abruzzo Maurizio Formichetti. Nel suo bilancio dei 30 mesi di Ferrara, Febbo è tornato ad accusare l’amministrazione di «dilettantismo e irresponsabilità». Ha ricordato anche l’epoca in cui da assessore comunale alle finanze, nella giunta di Nicola Cucullo, si trovò ad amministrare la città in dissesto: «Ma in quel caso le delibere le firmavo io. Qui, invece, non solo l’assessore al bilancio non firma, ma ci sono ben tre assessori, tra cui il vicesindaco, che non si presentano in giunta e sette consiglieri non votano in consiglio. E per loro è come se non fosse successo nulla. È il caos».
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