L’AQUILA. Il centrodestra litiga e si spacca sullo spoil system e le giunte di Pescara e Montesilvano. Ma poi sigla il patto dell’arrosticino e fa pace. La guerra tra i due marchi, Dop e Igp, ha infatti trovato una soluzione salomonica che almeno per un giorno, mette d’accordo Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.
Gli stessi partiti che, appena 48 ore fa, si “accapigliavano” tra di loro per le poltrone da spartirsi. Non è un trattato di Versailles, ma quelle tre firme, apposte ieri mattina su un atto della Regione (tecnicamente: una risoluzione) hanno avuto l’effetto di ricompattare le tre principali forze politiche di maggioranza in Abruzzo.
Quale potere ha un arrosticino abruzzese!
I tre alleati infatti hanno siglato una tregua per impegnare il presidente della Regione, Marco Marsilio, e la sua Giunta «a intraprendere tutte le azioni necessarie per sostenere il percorso di certificazione Dop e Igp del prodotto Arrosticino d’Abruzzo, sigilli di qualità, valorizzazione e tipizzazione necessari per la tutela di un’eccellenza gastronomica, ormai tra i simboli indiscussi del made in Abruzzo».
A Marsilio inoltre chiedono di: «Incrementare le risorse da destinare al settore dell’ovinicoltura per aumentare la produzione locale e incentivare gli allevatori abruzzesi al mantenimento e lo sviluppo di questa storica attività nella regione Abruzzo».
La risoluzione, firmata da Massimo Verrecchia, capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, Emanuele Di Matteo, capogruppo di Forza Italia, e Carla Mannetti, consigliera regionale della Lega, è stata già inoltrata al presidente della III Commissione Consiliare Agricoltura, Nicola Campitelli (FdI), che la inserirà all’ordine del giorno.
«L’arrosticino è considerato a tutti gli effetti uno dei principali simboli distintivi della cultura alimentare e agropastorale abruzzese», si legge sul documento che ricompatta il centrodestra, «ed è prodotto praticamente in tutto il territorio regionale; il riconoscimento dell’arrosticino con il marchio Dop e Igp, inoltre, è da considerare come opportunità di valorizzazione ed impulso per tutta la filiera di produzione, in particolar modo per la pastorizia abruzzese».
Ma i tre avvertono Marsilio che «già oggi sul mercato alimentare sono presenti imitazioni dell’arrosticino abruzzese, prodotti con carni provenienti dal di fuori del nostro Paese a scapito delle aziende locali e quindi automaticamente della valorizzazione del prodotto, della sostenibilità delle produzioni e della salvaguardia dei paesaggi e dei pascoli montani». E visto che «la Coldiretti Abruzzo è impegnata sul tema del riconoscimento dell’Arrosticino d’Abruzzo Dop», mentre «l’Associazione dei produttori dell’Arrosticino d’Abruzzo e la Confagricoltura Abruzzo chiedono ed hanno avviato il percorso per il riconoscimento del marchio Igp», ed esistono esempi «di prodotti con riconoscimento Dop e Igp come “Il Montepulciano” e “l’Aceto Balsamico di Modena”, dotati di entrambe le tipologie di certificazione che ne salvaguardano tanto l’identità quanto la qualità», la soluzione ideale – concludono i tre – è quella di puntare al doppio marchio. Ovvero la Denominazione di origine protetta, che impone l’uso di ovini rigorosamente abruzzesi, e l’Indicazione geografica protetta che, invece, permette di ricorrere a capi importati garantendo però lavorazione delle carni e il confezionamento degli arrosticini in Abruzzo. (l.c.)
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