CHIETI. Undici palazzi sgomberati oltre a due scuole. A Santa Maria, nella zona rossa a rischio frana, è anche emergenza abitativa. Per tamponare l’ennesima emergenza, l’amministrazione comunale ha pubblicato un avviso per la ricerca urgente di immobili o porzioni di immobili, pubblici o privati, da destinare a chi ha dovuto lasciare casa in fretta e furia. L’avviso è riservato anche a strutture ricettive. Gli alloggi vanno concessi alle famiglie destinatarie dei contributi di autonoma sistemazione (Cas). Nella zona rossa ci sono anche famiglie che, nonostante l’ordinanza di sgombero, non hanno ancora lasciato la loro abitazione, perché non sanno dove andare. È urgente, dunque, reperire sistemazioni alternative.
Di qui l’avviso pubblico finalizzato alla formazione di un elenco di immobili immediatamente disponibili nel territorio comunale, o anche nei comuni limitrofi, da affittare alle famiglie che dopo i provvedimenti sugli alloggi lesionati, non abbiano trovato una sistemazione alternativa.
«Questo avviso è, insieme, un appello, che scaturisce dall’applicazione dell’ordinanza del capo della Protezione civile che ci riconosce risorse per la gestione dell’emergenza e un supporto alla popolazione interessata dai provvedimenti», spiega il sindaco Diego Ferrara, «sono tanti gli alloggi sfitti in città e con questo avviso il Comune vuole agevolare anche il dialogo fra proprietari e inquilini affinché possano essere utili a un’utenza che ha urgenza di risposte. Nel nostro caso si tratta di famiglie che si sono ritrovate senza un tetto, la maggior parte proprietarie degli alloggi lasciati, che ha acquistato usando i risparmi di una vita e che stanno attraversando anche un periodo doloroso per via del distacco dalle proprie cose. Per questo ci appelliamo ai proprietari perché rispondano all’avviso e creino la possibilità di restituire loro un tetto temporaneo, avendo, peraltro, risorse governative certe a copertura degli affitti. Il contratto di locazione sarà stipulato tra il proprietario dell’abitazione resasi disponibile e il nucleo familiare individuato che resterà così unico contraente e unico obbligato al pagamento del canone».
Il contributo di autonoma sistemazione ammonta a 400 euro per i nuclei monofamiliari, 500 per i nuclei familiari composti da due unità, 700 per quelli composti da tre unità, in 800 per quelli composti da quattro unità, fino ad un massimo di euro 900 mensili per i nuclei familiari composti da cinque o più unità.
Qualora nel nucleo familiare siano presenti persone di età superiore a 65 anni, portatori di handicap o disabili con una percentuale di invalidità non inferiore al 67%, è concesso un contributo aggiuntivo di 200 euro mensili per ognuno dei soggetti appartenenti a queste categorie, anche oltre il limite massimo di euro 900 mensili previsti per il nucleo familiare. (a.i.)
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