TERAMO. Fissati i criteri per l’assegnazione di alloggi pubblici in emergenza. A definirli è stato il tavolo sulla crisi abitativa convocato dal Comune e al quale siedono i rappresentanti di Ater, sindacati degli inquilini, Caritas e Unione degli studenti universitari. Nella riunione di ieri pomeriggio sono stati indicati i requisiti che, oltre a quelli fissati dalle norme, definiscono i casi emergenziali cui riservare l’assegnazione del 30 per cento delle abitazioni disponibili. Tra i destinatari prioritari degli alloggi pubblici sono cosi rientrati le famiglie monoparentali, i genitori non collocatari – in pratica padri o madri che si separano dal convivente o coniuge e non hanno un domicilio alternativo – e i singoli. Questi requisiti aggiuntivi saranno inseriti nel bando per la gestione dell’emergenza abitativa che sarà sottoposto alla commissione consiliare per il sociale e successivamente alla giunta per il varo definitivo. Il testo andrà poi vagliato e autorizzato dalla Regione che darà il via libera alla pubblicazione.
«Abbiamo voluto condividere con le organizzazioni di categoria e con l’Ater l’individuazione dei criteri per il bando sull’emergenza abitativa», sottolinea l’assessore al sociale Ilaria De Sanctis, «per dare maggiore forza ed efficacia a questa misura di sostegno a famiglie e cittadini in difficoltà». L’operazione dovrebbe essere completata in tempi relativamente brevi. Il via libera della Regione arriverà dopo le elezioni del 10 marzo e l’insediamento del nuovo consiglio. Si tratterà di fatto di uno dei primi atti della legislatura e una volta incassato il nulla osta l’amministrazione darà il via alla pubblicazione del testo. Nel frattempo la commissione formata da Comune, sindacati degli inquilini e Ater, che alla riunione di ieri ha partecipato con la presidente Maria Ceci e uno dei tecnici dell’azienda, sta vagliando il bando generale per l’assegnazione di alloggi pubblici. In questo caso si tratta di un’attribuzione basata su criteri ordinari legati a esigenze abitative. All’incontro di ieri pomeriggio ha partecipato, tra gli altri, Antonio Di Berardo in rappresentanza del Sicet. «Nel territorio teramano sono oltre tremila le famiglie in attesa di una casa popolare», spiega il segretario provinciale del sindacato, «la possibilità di residenzialità è messa in discussione da affitti alti, mancanza di disponibilità di case nel mercato privato e di case di edilizia residenziale pubblica. Non vediamo piani casa da decenni. Si va dalla scarsa disponibilità di immobili privati concessi in locazione nel mercato libero fino alla carenza di finanziamenti specifici in merito alla ristrutturazione del patrimonio residenziale pubblico». Per questo il Sicet ha chiesto a Comune e Ater di rimettere a disposizione gli alloggi di via Longo e altri appartamenti pubblici inutilizzati. (g.d.m.)