
PESCARA. «Non c’è pace per le imprese dell’autotrasporto, che ora rischiano di trovarsi di fronte a una nuova emergenza»: così la Cna Fita reagisce alla notizia dei maxi rincari delle tariffe autostradali, «dall’emergenza gasolio, su cui si è appena chiuso un primo faticoso accordo con il Governo, all’ipotesi di aumenti vertiginosi del costo dei pedaggi sulle autostrade gestite da Strada dei Parchi, la A24 e la A25».
Continua la presidente di Cna Fita Abruzzo Luciana Ferrone: «Se fossero confermate le cifre, ci troveremmo di fronte a una situazione irreale. Le nuove tariffe applicate ai camion andrebbero quasi quintuplicate rispetto a quelle delle automobili. Per fare un esempio, la tratta Pescara-Roma, andata e ritorno, costerebbe nel 2030 circa 450 euro: insomma, più di pedaggio che di carburante. Ne deriverebbero, a cascata, aumenti su tutta la filiera del trasporto delle merci: a pagare sarebbero in tanti, dai committenti ai consumatori finali, e questo non può accadere. A questo punto la vicenda diventa per noi un caso nazionale: per questo ne investiremo i vertici della Fita, ma chiederemo anche al ministero delle Infrastrutture di accendere un faro su tutta questa storia. Occorre sedersi a un tavolo istituzionale, in cui siano chiamate a discutere tutte le parti interessate, dalle Regioni ai Comuni, passando per le associazioni che rappresentano la categoria. Ma deve essere anche chiaro che se le ipotesi in campo fossero davvero queste non ci sarebbero le condizioni minime per avviare un confronto».
Aggiunge il coordinatore regionale della Cna Fita William Facchinetti: «Occorrono chiarezza e trasparenza sui due dossier, entrambi inseriti nel piano economico e finanziario: ovvero la messa in sicurezza, tornata in questi giorni di stringente attualità, e l’ammontare dei pedaggi, che intanto da luglio rischia di essere già operativo nella misura del 36,5%, che è quasi nulla rispetto a quanto prospettato. Noi siamo per il ripristino delle condizioni di sicurezza senza interventi che mettano in discussione l’assetto ambientale dell’area, e per un aumento dei pedaggi calmierato entro un limite compreso tra 1 e 2%. Di altro non sappiamo e non vogliamo neppure sapere».(c.s.)