
L’AQUILA. Grande commozione in città per la scomparsa di Silverio Iannella, morto ieri a 90 anni. È stato segretario generale della Camera del lavoro dell’Aquila, eletto per la prima volta nel 1977, e consigliere comunale durante la consiliatura del sindaco Antonio Centi, dal 1994 al 1998. Ha trascorso la sua vita al fianco dei lavoratori e nell’impegno politico, a partire dal Psiup. Iannella lascia la moglie Adriana e le figlie. I funerali si terranno oggi, alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo a Pagliare di Sassa.
Tanti i messaggi di cordoglio arrivati alla famiglia e i ricordi di chi lo ha conosciuto e apprezzato. «Silverio seppe rappresentare compiutamente il ruolo da dirigente sindacale», scrive la Cgil della provincia dell’Aquila, «costruendo un rapporto di solidarietà tra lavoratrici e lavoratori, basato sull’ascolto delle persone e dei loro bisogni. Benché avesse attraversato gli eventi del “secolo breve” ricoprendo ruoli apicali nella nostra organizzazione sindacale, per Silverio essere dirigente sindacale rappresentò sempre una missione svolta con abnegazione, coerenza e impegno. La nostra comunità non perde solo un dirigente sindacale, ma soprattutto un esempio ed una linea da seguire. Sarà cura di tutta la Cgil della provincia dell’Aquila non permettere al tempo che quella linea si spezzi».
Condoglianze alla famiglia e alla comunità «che gli ha voluto bene», arrivano dalla deputata Stefania Pezzopane: «Il suo grande impegno a difesa dei lavoratori e dei più deboli è esempio per tutti». Esprime cordoglio Quirino Crosta, segretario del circolo territoriale Pd di Sassa: «La nostra sezione e tutta la nostra comunità si stringono con affetto e commozione alla famiglia tutta, in particolare alla cara moglie Adriana».
Lo saluta l’ex assessore comunale Pietro Di Stefano: «Ero ragazzo quando ti ho conosciuto, tu sindacalista della Cgil frequentavi la nostra umile casa a Cagnano. Venivi per l’attività sindacale della Cgil. Incontravi gli operai dell’allora Sacci, casa per casa, come si usava fare, conoscevi papà di cui eri amico anzi compagno. E quelle case umili di operai le conoscevi tutte perché si percepiva che quella appartenenza era la tua vita».
Commovente il ricordo della nipote Monica Iannella: «Nella mia mente il nostro ultimo incontro, nel mio cuore le tue raccomandazioni. Caro zio, Luce e amore alla tua anima per questo viaggio di ritorno. Sostieni la tua famiglia e rivolgi una carezza ai cuori di tuo fratello, mio padre, e tua sorella, la nostra cara zia Nunzia, che tanto ti amano».