
PESCARA. Artista, neuropsicologo, esperto di robotica, accademico. Era tutto questo e anche di più Luigi Pagliarini, morto ieri mattina all’età di 59 anni nella sua casa di Pescara dove sino alla fine ha lottato contro un male che lo aveva colpito l’estate scorsa. Divideva la sua vita tra Roma, Pescara, in zona Stadio, dove è nato, Macerata, dove insegnava Teoria della percezione all’Accademia di Belle arti , e la Danimarca, dove era consulente alla “Danish Technical University”. Ma scriveva anche libri oltre agli articoli scientifici. Ultimamente, dopo aver scoperto di essere malato, aveva creato una favola “Il pianeta mente”. Pagliarini lascia due figli: Paolo di 19 anni e Lorenzo di 6 anni e la moglie Federica Pesce e le sorelle Carla e Sabina. «Di recente», racconta Federica, «nonostante la malattia aveva realizzato una mostra ad Ascoli Piceno e scritto la favola in cui ha raccontato nel modo più dolce la morte. Non si è fermato mai. Luigi è stato il pioniere dell’arte elettronica. Si muoveva sul filo dell’avanguardia. A livello personale era molto legato e presente nella vita dei suoi figli. Lascia un vuoto enorme e non solo sul piano affettivo. A casa si respirava arte ovunque. Nonostante ci fossimo stabilizzati a Roma, veniva spesso a Pescara, dove trascorreva weekend e vacanze. E qui nella sua città, vicino ai suoi amici, ha voluto trascorrere l’ultimo periodo della sua vita. Qui ci sono tutte le sue opere, i suoi quadri e i suoi robot. Pescara era per lui il posto del cuore».
Per Federica come per tutti quelli che l’hanno conosciuto e frequentato (è stato anche direttore artistico di “Ecoteca” a Pescara vecchia, nei priimi anni Duemila) , «Luigi era un personaggio. Sempre molto diretto, anima hippy, non sottostava alle convenzioni. Mi mancherà la profondità dei suoi discorsi». Ieri mattina, fra i primi a dare la notizia della scomparsa di Pagliarini, il consigliere comunale Giovanni Di Iacovo: «È morto l’artista venuto dal futuro, un amico carissimo e geniale. Luigi é stato uno dei primi artisti italiani ad aver esplorato, utilizzato e coniugato la cibernetica con l’arte contemporanea. Collaborai con lui negli anni ’90 al “Pescara Electronic artists meeting” presso Ecoteca, mentre in Danimarca curava la sezione RoboArt nel Robotsatplay Festival. Fu lui a guidare le mie esperienze a Tokyo, dove si recava spesso per studio e per la sua inarrestabile passione per l’innovazione. Membro del comitato editoriale del Journal of Artificial life and robotics e del Comitato scientifico della Conferenza internazionale Psychology-Based Technologies, il suo lavoro è stato riportato sulla stampa in tutto il mondo».
L’ultimo saluto a Luigi Pagliarini è in programma domani mattina alle 10, all’Istituto Isia, in via Cesare Battisti 198.
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