TERAMO. È tutto pronto per il via libera alla bonifica dell’ex discarica La Torre. A 16 anni dal crollo dei rifiuti che decretò la chiusura dell’impianto, con uno strascico di inchieste giudiziarie sia su quell’episodio sia su successivi interventi di messa in sicurezza, l’area sulle colline a ridosso della città entro i primi mesi dell’anno prossimo sarà bonificata. La scadenza, salvo imprevisti, è dettata dai tempi della procedura appena conclusa per l’appalto dei lavori. La prossima settimana, prima di Pasqua, partiranno le lettere di invito alle ditte cui l’ente chiederà di presentare un’offerta per la realizzazione dell’intervento. Nella selezione saranno coinvolte non meno di dieci società e verrà scelta quella che avrà presentato la proposta economica più vantaggiosa per il Comune.
L’esame dovrebbe concludersi in estate con l’affidamento dell’opera che prevede la sigillatura dell’enorme massa di rifiuti ancora stoccati nel sito e l’allestimento in superficie di un’area verde alberata. Per completare l’intervento sono stimati sette mesi, per cui nel primo scorcio del 2023 la bonifica dovrebbe essere completata. «Quello che è stato più volte promesso e annunciato senza esito in tutti questi anni da chi ci ha preceduto lo abbiamo fatto», premette il sindaco Gianguido D’Alberto, commissario designato dalla Regione per l’intervento in contrada La Torre, «abbiamo trovato i finanziamenti necessari e completato un procedimento complesso, mettendo a punto un progetto molto delicato per le problematiche pregresse che hanno interessato l’impianto, e siamo pronti ad avviare la fase della gara per i lavori». D’Alberto sottolinea la collaborazione con gli altri enti coinvolti, a cominciare dalla Regione e dall’Arta, l’agenzia abruzzese per la tutela dell’ambiente, che hanno avallato l’intervento pianificato, spianando la strada all’appalto. Per i lavori si spenderanno poco più di 2,7 milioni di euro, coperti in gran parte con i fondi del Masterplan regionale. Da questo canale arriveranno infatti 2,6 milioni, ai quali l’amministrazione ha aggiunto 178mila euro di fondi propri, che conta di recuperare con il ribasso d’asta, per finanziarie varianti apportate all’intervento in sede di progettazione. «Saneremo così una ferita sia ambientale, per quella zona, per i suoi residente che da anni si battono per la bonifica, ma anche per tutta la città, sia economica», tiene a sottolineare il primo cittadino che fa riferimento alle spese sostenute finora per il prelievo e lo smaltimento del percolato prodotto dai rifiuti. «Il costo per anni è ricaduto sui cittadini tramite la Tari», puntualizza il sindaco, «le precedenti amministrazioni, affidando quel servizio senza gara, hanno fatto pagare un prezzo enorme». L’importo, rileva D’Alberto, è stato ridotto da oltre 700mila a meno di 400mila euro l’anno e con la bonifica scenderà a zero.
©RIPRODUZIONE RISERVATA