
CHIETI. Incertezza sul futuro, fornitori tenuti a stecchetto e pazienti che potrebbero essere rimandati a casa. È un inizio d’anno amaro quello che stanno vivendo gli istituti riuniti di assistenza San Giovanni Battista, istituzione pubblica appartenente alla Asp1 (Azienda pubblica di servizi alle persone) che assiste anziani, inabili e portatori di handicap. Sono 94 i pazienti ospitati (52 disabili e 42 anziani) e una sessantina i dipendenti. A fine ottobre scorso, a causa dei fornitori che non volevano più continuare a lavorare con la Asp per i mancati pagamenti, la struttura ha sollevato pubblicamente il problema del budget: la Regione, con delibera del dicembre 2021, ha assegnato alla struttura un budget dimezzato di circa un milione e 600mila euro, a fronte dei tre milioni di euro erogati in passato. Di fronte al problema la Regione si è impegnata a risolvere le criticità, ma le promesse sono rimaste lettera morta.
Al di là di una piccola somma arrivata dalla Asl, il problema dell’extra budget per gli anni 2020, 2021 e 2022 non è stato affrontato, lasciando l’istituto da solo in grave difficoltà economica. Una situazione che mette a rischio anche l’erogazione dei trattamenti accessori, come i premi di produzione che i dipendenti non percepiscono dal 2017, e gli arretrati contrattuali. La rappresentanza sindacale unitaria torna a lanciare l’allarme. Emma De Vincentiis, Federica Di Diodato, Patrizia Paolini e Rosalia Pini chiedono che la Regione affronti il problema: «La Regione continua a dire che bisogna fare di tutto per evitare di ingolfare gli ospedali», dicono, «ma quando c’è da sostenere una struttura pubblica come la nostra che fa proprio questo, accoglie cioè pazienti che altrimenti andrebbero a finire in ospedale, non ci assicura il sostegno dovuto. Il problema del taglio del budget è dovuto a un errore fatto dagli uffici, non sicuramente da noi. E va assolutamente sanato. Nello scorso febbraio l’assessore regionale alle politiche sociali Pietro Quaresimale ha annunciato 7 milioni di euro per le Asp regionali, ma noi stiamo ancora aspettando. Certo è che in questo modo non possiamo andare più avanti. È a rischio la sopravvivenza di una struttura pubblica che svolge un grandissimo ruolo nell’assistenza territoriale. Anche l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì dice continuamente che vuole sostenere le strutture della sanità territoriale, ma poi lascia andare alla deriva il nostro istituto». (a.i.)
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