SAN SALVO. Un quinto dell’organico dello stabilimento Denso Manufacturing di Piana Sant’Angelo è in cassa integrazione. Su 880 lavoratori a turno, 170 restano a casa. «Accade da oltre un anno», sottolinea il segretario della Uilm territoriale, Nicola Manzi. Il sindacalista insieme ai colleghi di Fiom, Fim e Fismic, ha discusso a lungo mercoledì con l’azienda, senza trovare purtroppo una soluzione. «L’incontro che si è concluso nella tarda serata è stato un specifico con la direzione della Denso di San Salvo per affrontare la gestione degli ammortizzatori sociali. I dati rilevati sono allarmanti», sottolinea Manzi. «Dalla fine del 2021, tra periodi di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e corsi di formazione e riqualificazione, ad essere posti in Cig dall’azienda sono quasi sempre gli stessi lavoratori, i quali non lavorando, continuano a portare a casa uno stipendio di poco superiore ai 1.000 euro. Per le famiglie dei cassaintegrati questa condizione economica e lavorativa è diventata insostenibile», afferma il segretario della Uilm.
Nel corso dell’incontro i sindacati hanno chiesto all’azienda di applicare un’equa rotazione della cassa integrazione straordinaria, ritenendo ingiustificate le ragioni aziendali che gravano sempre sugli stessi lavoratori. «Su questo punto», afferma Manzi, «è necessario che la Denso dia una risposta positiva, altrimenti saremo costretti a mettere in atto tutte le azioni sindacali a tutela dei lavoratori. Considerando che la cassa integrazione continuerà presumibilmente fino a dicembre 2023, è necessario e urgente portare dalla galassia giapponese Denso nuovo lavoro e nuove commesse nello stabilimento di San Salvo per evitare che, i numeri degli addetti attualmente posti in cassa integrazione, non si trasformino in esuberi strutturali e i lavoratori diventino licenziabili». L’azienda si è impegnata a cercare nuovi prodotti. Al momento le esigenze sono due: saturare nell’immediato la cassa integrazione e riuscire ad ottenere in futuro la realizzazione del motore elettrico.
Per quanto riguarda il delicato problema della cassa integrazione, sindacati e azienda si ritroveranno ancora il 18 maggio per approfondire la questione e trovare una soluzione più indolore per le maestranze. La richiesta di nuovi prodotti sarà invece oggetto di un nuovo incontro in programma a giugno. La speranza è che arrivino nuovi ordinativi dal Giappone e dal Brasile. È l’unico modo per ridurre il ricorso agli ammortizzatori sociali. (p.c.)
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