
L’AQUILA. Operai, gru e altri mezzi meccanici di nuovo al lavoro da ieri mattina per continuare la demolizione delle palazzine dell’Ater che devono lasciare posto a un parcheggio a raso nell’area di Porta Leoni. Questa fase dell’opera è stata avviata ai primi di agosto, e dovrebbe continuare fino a domani, giorno nel quale è ancora operativa l’ordinanza della polizia municipale disposta per consentire gli interventi. Questa prevede la chiusura al transito veicolare del tratto di via Atri tra l’incrocio con via Teramo a Porta Leone; in via Panfilo Tedeschi la segnaletica indica il divieto di accesso a Porta Leoni, ad eccezione dei residenti di via Carlo Chiarizia e del civico 10 di via Atri e dei mezzi autorizzati; divieto di sosta su entrambi i lati con rimozione sui tratti di strada interessati dai lavori.
Al posto delle palazzine è stata programmata la realizzazione di un parcheggio a raso con relativi sottoservizi, pavimentazione e impianto di illuminazione. I posti auto previsti in questa prima fase sono 90: una quota sarà destinata ai residenti, un’altra sarà al servizio del commercio del centro, e un’altra ancora a disposizione degli uffici che dovrebbero occupare, una volta restaurati, gli spazi del complesso di San Bernardino, dove in passato c’era anche il distretto militare. Un successivo passaggio, nelle intenzioni dell’amministrazione comunale, prevede la costruzione di un parcheggio interrato con una capacità di circa 200 posti auto.
La demolizione che degli edifici di Porta Leoni arriva al termine di una lunga procedura tra il Comune dell’Aquila e l’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale. La convenzione tra il Comune e l’Ater prevede che l’Azienda riceverà dall’amministrazione 46 appartamenti del fondo delle sostituzioni equivalenti, case di aquilani che hanno preferito ricostruire la propria abitazione in un’altra città. Si tratta di unità immobiliari diventate di proprietà comunale, nuove o ristrutturate, sia in centro che in periferia, per un valore complessivo di 11 milioni e mezzo di euro.
Gli interventi sono stati rallentati dalle operazioni di eliminazione delle componenti che devono essere smaltite separatamente, come ad esempio tubature, inferriate e infissi, dove è stata riscontrata tra l’altro una quantità di amianto superiore a quanto previsto. In corso d’opera sono stati addirittura rinvenuti ordigni bellici.