ATESSA. La crisi è il più grande generatore di opportunità. Lo diceva Albert Einstein, consapevole del fatto che è nella crisi che sorgono l’inventiva, la scoperta e le nuove strategie.
Per Honda Italia, con sede ad Atessa dell’unico stabilimento europeo della casa nipponica, dove si fanno le due ruote per il mercato europeo, il più piccolo, ma anche il più sofisticato al mondo, la transizione energetica non è la fine del mondo automotive, ma un’opportunità di cambiamento. La fine dei motori endotermici entro il 2035, come impone l’Europa per i veicoli a quattro ruote, distinzione d’obbligo, visto che non sono coinvolte le moto, per Honda significa l’avvio di un numero potenzialmente alto di nuove sfide. Invece che tremare sotto i colpi della crisi energetica, inflazione, carenza di materiali, difficoltà della logistica e dei trasporti, lo stabilimento di Atessa (oltre 900 dipendenti nel periodo di alta stagione) da anni si prepara al salto energetico perseguendo i valori di sempre: la tutela dell’ambiente e il rispetto dell’individuo.
Entro il 2050 Honda vuole raggiungere l’azzeramento delle collisioni fatali che coinvolgano i propri veicoli e la neutralità carbonica per tutti i prodotti e le attività aziendali attraverso tre direttrici principali: azzeramento delle emissioni di Co2; utilizzo dell’energia pulita e circolarità delle risorse. «L’obiettivo», spiega al CentroMarcello Vinciguerra, amministratore delegato di Honda Italia, «è quello di essere un’azienda di cui la società desideri l’esistenza».
EFFICIENZA ENERGETICA.
In un’azienda dove i dipendenti vengono chiamati associati, viene naturale pensare che lo stabilimento produttivo sia vissuto e interpretato come un’estensione della propria casa, ma allo stesso tempo anche come un elemento del pianeta terra. Il risparmio energetico parte quindi dalla riduzione dei consumi di funzionamento nei periodi di non produzione; dalla riduzione delle risorse idrica grazie a due impianti per il recupero delle acque piovane che servono la maggior parte dei bagni dello stabilimento; la sostituzione di caldaie a gas con chiller per la climatizzazione e, nell’impianto di verniciatura, con l’installazione di uno “scambiatore” di calore che permette di utilizzare il calore generato dai forni di asciugatura per il riscaldamento dei reparti, in modo da ridurre il consumo di gas.
Honda ha raddoppiato l’impianto fotovoltaico sulla copertura delle aree parcheggio: ciò permette allo stabilimento di produrre il 20% del suo fabbisogno di energia.
TRASPORTI.
Honda Italia ha investito sul trasporto su rotaia, una logistica intermodale e sostenibile che vale in termini di competitività e accelerazione per la sostenibilità ambientale. In collaborazione con la Sangritana, ha puntato sullo scalo di Trieste come piattaforma preferenziale per l’arrivo della componentistica proveniente dal Far East e necessaria alla produzione. E sono circa 70 i camion tolti dalla strada ogni settimana. Da agosto 2022 a febbraio 2023 sono state trasferite 26.500 tonnellate di merce su rotaia e ridotte 200 tonnellate di CO2. Il problema della filiera di fornitura in altre nazioni e continenti è costato ad Honda diverse giornate di fermo produttivo per carenza di materiale o per le navi bloccate per avaria o altre problematiche nei porti dove transitano le merci provenienti dal sud est asiatico.
«Nella strategia che perseguiamo», sottolinea Vinciguerra, «c’è una revisione delle politiche di acquisto. La localizzazione è uno dei pilastri di questa politica. Portare la fornitura più vicino a noi significa fare un bene all’ambiente e contenere i costi. Acquistiamo in dollari e in questi anni il rapporto di cambio non è stato così favorevole. Accentrare la fornitura è tra le possibilità che stiamo valutando seriamente». Per i fornitori già attivi sul territorio Honda si propone di aiutarli a incrementare la sostenibilità. Si parte da un questionario a cui seguiranno tavoli tecnici per sviluppare progetti di transizione ecologica.
I MODELLI ELETTRICI.
A livello di motorizzazione, al di là della scadenza 2035 non vincolante per le due ruote, Honda già da due anni, ha produce modelli elettrici. Non solo. Il percorso verso la neutralità carbonica contempla anche il bio fuel, il carburante rinnovabile. «C’è una pianificazione di sviluppo di modelli molto ambiziosa», spiega ancora l’Ad, «ma la produzione di modelli elettrici di due ruote per il momento riguarderà i mercati più grandi come India e Cina. Noi siamo uno stabilimento chiave per la produzione Honda grazie al livello di qualità raggiunto, ma non sappiamo quando ci sarà affidato questo genere di modelli». Una cosa è certa. Honda Italia è pronta: è definitivamente uscita dalle sacche della crisi del 2012 e in vista della transizione energetica sta iniziando a sviluppare nuovi business, non necessariamente riguardanti veicoli. È la strategia della crisi, come diceva Einstein.