TERAMO. Un breve bilancio dell’anno appena passato e gli obiettivi amministrativi – ma anche politici – per quello appena iniziato. Il sindaco Gianguido D’Alberto, che sei mesi fa ha cominciato il suo secondo mandato alla guida della città, racconta al Centro recente passato e prossimo futuro della città.
Che anno è stato il 2023?
«Un anno molto importante, Teramo in termini di programmazione ha completato il percorso della rinascita. Tutte le risorse intercettate sono investite: l’anno si è chiuso ad esempio con la firma del contratto per il teatro romano, prima c’erano state le firme per teatro comunale e castello Della Monica e si è chiusa l’operazione piazza Dante. Insomma, sono stati completati i processi per avviare la rinascita».
Adesso, però…
«Adesso però è il tempo della crescita, il 2024 deve vedere l’apertura della fase della realizzazione. Il prossimo sarà il triennio dei cantieri, quelli della ricostruzione post-sisma e non solo. Il mercato coperto sarà il primo cantiere che partirà subito dopo l’Epifania, poi sarà un’escalation. La città vivrà un numero esponenziale di cantieri, sarà una città-cantiere e questo comporterà una serie di questioni che dovremo affrontare per gestire viabilità e spazi».
Questo non vi mette un po’ di angoscia?
«No, e casomai è una bella angoscia. Tutta la comunità deve saper affrontare questa fase nella consapevolezza di quello che guadagnerà dopo. È una fase in cui a parte via Longo, progetto per cui siamo in attesa dei fondi, tutte le altre grandi opere sono cantierate».
Il 2023 è stato anche l’anno della sua conferma.
«Non posso che ringraziare i cittadini di questa fiducia, che va rafforzata perché, anche se tante cose sono state fatte, tantissime cose vanno fatte meglio. Bisogna accelerare una serie di processi già tracciati».
Sulle manutenzioni ancora non si vede una svolta rispetto al passato.
«Nel corso di questi anni sulle strade è stato fatto un lavoro enorme, con almeno sei milioni investiti. Ora stiamo lavorando su un piano di manutenzioni stradali strutturato, che abbia una valenza triennale. Nel bilancio 2024-26, su cui stiamo lavorando perché dovevamo attendere la legge di bilancio e rispetteremo il termine di marzo, metteremo una pianificazione importante. E attiveremo anche una quota di mutui: finora non li abbiamo fatti, ma ora che abbiamo il bilancio più solido tra tutte le città capoluogo d’Abruzzo, messo in sicurezza con un lavoro di anni, possiamo».
Per la cura del verde il 2023 è stato un disastro.
«Sul verde è stato un anno particolare per via delle elezioni, ma sono d’accordo che si debbano registrare alcune situazioni nel rapporto con la Team. Intanto, è stato aumentato il numero delle aree su cui la Team deve intervenire».
Ci sono parti della città, non solo in periferia ma anche in pieno centro, dove si vedono gravi situazioni di degrado. Certo non dipendono solo dal Comune, ma…
«Sul decoro tutti dobbiamo essere coinvolti, tutti dobbiamo fare di più. È chiaro che l’accelerazione della ricostruzione, con il ritorno delle famiglie nelle case, limiterà questo abbandono sia in centro che nei quartieri popolari».
Quali sono gli altri temi amministrativi urgenti del ’24?
«Vedremo come si gestirà l’entrata della somma legata alla sentenza favorevole sui derivati, successo che ascrivo totalmente a un lavoro che ho fatto sia dall’opposizione, chiedendo all’amministrazione dell’epoca di fare ricorso, che da sindaco. Abbiamo restituito alla città somme che la destra le aveva tolto. Altro tema amministrativo fondamentale è completare il rafforzamento della macchina amministrativa con assunzioni di personale. La prima fase ci ha portato ad arginare l’indebolimento del personale legato ai pensionamenti, sono stati assunti oltre 100 dipendenti. Ora si va a completamento di questo piano, il bilancio’ 24-26 deve contenere questo intervento importante: in particolare ora ci servono tecnici, non si è mai fatto un concorso per tecnici e noi lo faremo».
E la mobilità? La bozza del Pums ha fatto riesplodere proteste non nuove dei commercianti del centro. Non è arrivata l’ora di affrontare con decisione questo tema, anche a costo di perdere consenso?
«Sul Pums si poteva migliorare la gestione iniziale ma avevamo la pressione delle scadenze, che poi siamo riusciti a spostare. Il punto è che non possiamo nascondere ancora una volta la necessità di affrontare queste questioni, che sì, è vero, mettono in gioco anche una quota di consenso. Parliamo degli stessi problemi di trent’anni fa, le varie amministrazioni non hanno mai avuto la forza di dire: sediamoci, magari scontriamoci, ma troviamo una soluzione. Ora è tempo di farlo anche perché è una fase esplosiva, in cui la città si sta trasformando. La decisione da parte nostra ci sarà, la paura di confrontarsi che c’è stata in passato non la posso permettere: si rischia di abbandonare qualsiasi tipo di soluzione. Siamo apertissimi a un confronto serio, scevro da strumentalizzazioni politiche, sulla base però di un indirizzo».
Parliamo di politica. Azione entrerà in maggioranza?
«Sul tema chiedo che ci sia una linearità e una coerenza, la forza che dobbiamo mettere in campo per essere veramente alternativi a questa destra passa per la credibilità della coalizione, quindi non si può stare qui da una parte e lì dall’altra. Quanto è successo in Provincia può agevolare questo percorso. Teramo è un laboratorio, è la realtà in cui oggi il centrosinistra governa sia capoluogo che Provincia e quindi è su questo esempio che va costruita una prospettiva futura di chi è alternativo alla destra, non solo in Regione ma anche nelle amministrative. Teramo deve stare al centro del panorama politico regionale».
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