L’AQUILA. Troppi soldi spesi per la cultura, senza un reale risultato. Così gli esponenti del centrosinistra che ieri, in una conferenza stampa a palazzo Margherita, hanno attaccato l’operato dell’amministrazione comunale, chiedendo un «cambio di passo». Affermazioni supportate dai dati che la consigliera comunale del Pd, Stefania Pezzopane, e i consiglieri Enrico Verini, Paolo Romano, Alessandro Tomassoni, Gianni Padovani e Lorenzo Rotellini, hanno messo sul piatto. «Il Comune dell’Aquila», dicono, «ha raggiunto una spesa di 37 milioni di euro per la cultura, senza un reale progetto, anche e soprattutto in vista dell’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026. Soldi che derivano anche dalla ricostruzione post-sisma e che andavano impegnati in altro modo. Noi pensiamo che L’Aquila abbia una fortissima vocazione culturale e non da oggi», ha rimarcato Pezzopane. «La tradizione delle istituzioni e delle attività culturali viene da molto lontano. In questi ultimi anni c’è stato un aumento davvero enorme della spesa per lo spettacolo». La minoranza ha effettuato un accesso agli atti per capire quali cifre siano state impegnate e, soprattutto, con quali finalità. «Abbiamo rilevato, carte alla mano», hanno detto i consiglieri, «che la spesa per la cultura e per gli spettacoli è stata di ben 37 milioni in sei anni, dal 2017 al 2023, quindi da quando è sindaco Pierluigi Biondi. Una cifra enorme che deriva prevalentemente dai fondi della legge per la ricostruzione, dal 4% destinato alla rinascita sociale e culturale post sisma e dai fondi del Pnrr. Cifre mai viste negli ultimi anni e che, probabilmente, non arriveranno più in futuro. Quello che abbiamo constatato però è che, con la giunta Biondi, sono stati dati fondi, spesso a pioggia, senza un progetto vero. Ciò non è più possibile considerato che nel 2026 siamo Capitale della Cultura. Dobbiamo andare ben oltre il bancomat a richiesta, ci vuole un progetto a largo respiro. Ci chiediamo come mai, nonostante l’arrivo di tanti soldi, non sia stato completato il teatro San Filippo e non sia ancora pronto il teatro comunale. Una spesa enorme che nessuna città in Abruzzo, ma nemmeno in Italia, ha concentrato sulla cultura. Una città che, ancora oggi, non ha sale spettacolo».
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