PESCARA. Non è una nuova ondata del Covid ma un aumento progressivo, marcato e diffuso di nuovi contagiati che non risparmia l’Abruzzo.
Sono 179 i nuovi casi scoperti nel periodo che va dal 13 al 19 luglio. Rispetto ai positivi della settimana precedente, assistiamo a un incremento del 62%. Ma è un dato certamente sottostimato perché i test eseguiti sono stati appena 1.185, di cui solo 57 quelli molecolari. È un numero, quest’ultimo, che pone in discussione il tema della cosiddetta prevenzione secondaria. Se i test molecolari e/o antigenici rapidi fossero stati 10mila, quanti sarebbero oggi i nuovi casi positivi?
Tocca alla Regione dare una risposta. Intanto il Covid fa registrare in Abruzzo anche altri campanelli d’allarme. Innanzitutto il numero quasi raddoppiato dei ricoveri, saliti da 8 a 15 in sette giorni. Così come è cresciuto il dato sui contagi in corso, che ormai viaggia sopra quota mille (1.093), ma non sappiamo se l’aggiornamento, fatto attraverso le guarigioni, sia tempestivo oppure viaggi con i tempi della burocrazia. Sta di fatto che il Covid sta dando evidenti segnali d’allarme da non sottovalutare.
I DATI IN ITALIA
A livello nazionale ci affidiamo all’analisi eseguita dal Quotidiano Sanità. «Salgono ancora (+66%) i nuovi casi di Covid nell’ultima settimana con un numero che sfiora i novemila», scrive la testata on line basandosi sul monitoraggio settimanale di Iss e Ministero della Salute. Al 17 luglio 2024 l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 1,9% (1.183 ricoverati), sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente (1,6% al 10/7/2024).
Stabile anche l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,5% (43 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (0,5% al 10 luglio 2024).
I tassi di ospedalizzazione e mortalità sono più elevati nelle fasce di età più alte (tasso di ospedalizzazione nelle fasce 80-89 e >90 anni rispettivamente pari a 34 e 80 per 1.000.000 abitanti, tasso di ricovero in terapia intensiva nelle fasce 80-89 e >90 anni pari a 1 per 1.000.000 abitanti, e tasso di mortalità nelle fasce 80-89 e >90 anni rispettivamente pari a 3 e 6 per 1.000.000 abitanti).
LA DIFFUSIONE DEL VIRUS.
L’incidenza media dei casi diagnosticati e segnalati nel periodo 11-17 luglio 2024 è pari a 15 per 100.000 abitanti, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente (9 casi per 100.000 abitanti).
L’incidenza più elevata è stata riportata nella regione Lazio (29 casi per 100.000 abitanti) e la più bassa nelle Marche (<0,5 casi per 100.000 abitanti). L’Abruzzo si colloca nella fascia media (14,9 casi per 100.000 abitanti). Le fasce di età che registrano il più alto tasso di incidenza settimanale sono 80-89 e >90 anni. La percentuale di reinfezioni, invece, è il 49% circa, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente.
LA VARIANTE PIù DIFFUSA.
Oltre il 40% dei casi è riconducibile alla variante Kp3, rispetto al 24.4% del mese di maggio 2024. La Kp3 appartiene alla famiglia di varianti Omicron, che, in generale, è meno patogena. Questo significa che, pur essendoci ancora decessi tra le persone più fragili (circa 20 a settimana), la severità dei sintomi è tendenzialmente inferiore rispetto alle prime varianti del virus.
La popolazione inoltre ora gode di un’immunità ibrida, dovuta sia alle infezioni contratte in precedenza sia alla vaccinazione. Un’immunità che offre una certa protezione, anche se non totale.
I sintomi della variante Kp3 sono simili a quelli delle altre varianti del Covid-19, ma generalmente meno gravi. Questi includono dei sintomi simil-influenzali, come: febbre; tosse; difficoltà respiratorie; perdita di gusto e olfatto (meno comuni, ma che con questa variante si ripresentano).
IL PUNTO DEBOLE
La prevenzione insufficiente è il tallone d’Achille del sistema sanitario nazionale e regionale. I dati dell’ultima campagna vaccinale anti-Covid-19 riportano un tasso di copertura medio a livello nazionale per gli over 60 del 10,2% con valori compresi tra il 19,2% della Toscana e l’1,8% della Sicilia, come ricordato nel recente evento “Politiche di immunizzazione dei soggetti adulti e fragili: dalla promozione della buona salute al contrasto dell’Amr”, realizzato da The European House-Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer. «Nonostante il valore della vaccinazione sia noto, purtroppo, nel nostro Paese assistiamo a una disaffezione importante alle pratiche vaccinali con una riduzione importante delle coperture per molti virus respiratori», ha detto Roberta Siliquini, presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica, «è necessario che il sistema della sanità pubblica, in un lavoro sinergico di tutte le sue componenti, si organizzi per definire al meglio, ciascuno nel proprio ruolo, campagne informative serie, programmi di sensibilizzazione, modelli organizzativi che facilitino l’accesso alle vaccinazioni». Ma i risultati ottenuti nelle ultime campagne vaccinali antinfluenzale e anti-Covid-19 aprono una riflessione sull’efficacia degli attuali modelli di organizzazione e gestione delle campagne vaccinali rivolte all’adulto, incluse le attività di comunicazione, in un contesto in cui l’offerta vaccinale verso questi soggetti è destinata ad aumentare.