AVEZZANO. Una simulazione al computer ricostruisce la dinamica dell’incidente costato la vita alla piccola Alessia Prendi, travolta e uccisa da un’altalena costruita artigianalmente nel parco dell’oratorio di San Pelino. Prove di carico, cinematica, altezze, capacità di resistenza, flessione della struttura, calcoli vari. È tutto ciò che è contenuto nella perizia ordinata dalla Procura di Avezzano e stilata dal consulente tecnico Cristiano Ruggeri e dal tecnico agronomo Nicola Ranalli. La tragedia è avvenuta il 31 agosto 2022 quando l’11enne è stata travolta mentre giocava con l’altalena, insieme a un altro bambino. Sul registro degli indagati sono finiti il vicesindaco di Avezzano, Domenico Di Berardino, che al tempo svolgeva le funzioni di sindaco, il dirigente comunale Antonio Ferretti e il parroco della frazione, don Antonio Allegritti. Devono rispondere di omicidio colposo, con accuse tutte ancora da dimostrare. L’inchiesta è coordinata dal procuratore Maurizio Maria Cerrato.
LA SIMULAZIONE
La dinamica è stata ricostruita con un software. «Sulla base della analisi dei luoghi del fatto, del cedimento accertato con riferimento al degrado strutturale, dalle informazioni acquisite dall’autorità e la simulazione svolta dallo scrivente», spiega il Ctu, «è possibile ricostruire la cinematica-dinamica del sinistro nella fase culminante. I due minori presenti erano intenti all’attività ludica tipica per strutture tipo altalena, e si trovavano sotto la struttura aggrappandosi alle corde disponibili per utilizzare come altalena-liana. Durante le azioni di trazionatura delle corde si sviluppano forze perpendicolari l’asse dei pilastri con generazione di momento flettente alla base del tronco. Durante la predetta azione, la struttura, per il degrado del materiale, collassava squilibrando il proprio baricentro verso sud. Nella circostanza i due minori si sono diretti in direzioni opposte».
IL BIMBO SALVO
Sul luogo dell’incidente erano presenti due bambini di 11 e 12 anni, tra cui la vittima, Alessia Prendi, che si arrampicavano sulle corde pendenti dell’altalena. «All’improvviso, nell’udire alcuni scricchiolii del legno della struttura», spiega il Ctu, «l’altro bambino gridava di scappare. Mentre il bambino si muoveva verso nord, la piccola Alessia, si muoveva dalla parte opposta, non accorgendosi del precipitare della struttura, che la colpiva sulla testa».
IL PESO
Determinante per l’analisi è stata, secondo il consulente, «la potenzialità lesiva dell’urto con un rapporto diretto tra l’impatto della trave (di castagno) e le conseguenze. I periti si sono avvalsi anche della testimonianza di un uomo circa lo stato di rinvenimento della minore». «Il decesso è stato determinato dal peso della struttura di circa 240 chili. A questo vanno aggiunti il peso dei bambini appesi e quello delle corde. Il peso complessivo, oltre a quello della struttura lignea, era quindi secondo la perizia di 355 chilogrammi. L’evento in analisi riguarda il cedimento dei punti d’appoggio della struttura. Gli elementi verticali, erano composti da tronchi di piante». Dalle analisi del perito «si deduce che il cedimento (avvenuto in millisecondi), rispetto e diversamente dallo stato originario della pianta, sia stato un evento riconducibile al degrado del materiale ligneo, elemento questo di specifica valutazione del co-consulente».
L’USO DEGLI ALBERI
L’altalena era stata realizzata tra il 2017 e il 2020. Non è stato possibile accertare chi l’ha costruita. Il perito parla di un uso «fantasioso» dei tronchi di alberi rimasti a terra. «Contrariamente a quanto previsto dalle specifiche indicazioni della norma», si legge nella relazione, «nonché gli obblighi di generica cautela, l’uso fantasioso degli alberi capitozzati li trasformava in altalena con una struttura realizzata su piante non più vegetali, in continuo contatto con il suolo umido, in fase di prevedibile degrado trattandosi di materiale ligneo. Il rispetto degli obblighi progettuali e manutentivi avrebbe evitato gli eventi lesivi con esito mortale».
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