CHIETI . La politica si divide sulla sanità teatina. Maggioranza e opposizione non trovano una sintesi e presentano due diversi ordini del giorno al consiglio straordinario di domani: l’obiettivo è lo stesso, il miglioramento della sanità teatina, ma sui metodi non c’è accordo. E le ultime problematiche che hanno investito l’ospedale – dalle attese al Pronto soccorso dove sono arrivati anche i Nas, alla chiusura temporanea di Geriatria – non hanno aiutato il dialogo. Il direttore generale Asl Thomas Schael aveva detto sin da subito che non sarebbe apparso in aula. Né il presidente della Regione Marco Marsilio, né l’assessore alla sanità Nicoletta Verì hanno sino a ieri risposto all’invito. Chi invece vorrebbe esserci, sono i comitati che si occupano di sanità. Peccato che in conferenza capigruppo sia stato deciso che non possono parlare, potendo essere ascoltati però in commissione. Si è poi cercato di mettere una toppa a una decisione da subito per nulla condivisa, facendo in modo che i comitati stessi siano ascoltati per interposta persona: qualcuno leggerà in aula le note di chi vuole intervenire. Potranno essere ascoltati così anche i primari dell’ospedale che, riuniti nel Movimento ospedale-università, hanno una serie di richieste da portare avanti.
IL MOVIMENTO DEI PRIMARI
Del Movimento fanno parte molti dei primari del policlinico, soprattutto quelli universitari, oltre che molti dipendenti ospedalieri. Nel documento che verrà reso noto in Consiglio, si legge che il Movimento «dopo un’attesa di 13 mesi, chiede a Regione e Asl l’immediata attuazione di tutti i punti discussi, concordati e votati nelle riunioni istituzionali Asl, Regione e università». I punti sono tre: la riqualificazione completa del policlinico, la realizzazione del parcheggio e nuove sale operatorie. «Circa la rete ospedaliera inviata dalla Regione e non approvata dal ministero, si evidenzia che non è assolutamente accettabile l’assenza di un Dea di secondo livello presso un policlinico universitario che, restando di primo livello, sarebbe caso unico in Italia con perdita di tutte le scuole di specializzazione».
IL DEA DI SECONDO LIVELLO
È questa la principale preoccupazione anche del sindaco Diego Ferrara. La realizzazione all’ospedale di Chieti di un Dea di secondo livello – vale a dire di un ospedale con standard qualitativi e assistenziali più elevati – era stata ipotizzata dalla Regione, anche se con una integrazione di funzioni tra i presidi di Chieti e Pescara. Ma ora il programma sembra saltare. Con le voci di un Dea di secondo livello solo a Pescara, Ferrara ha lanciato una campagna sulla sanità che lo porta a esternazioni forti e incessanti. Al momento, però, pur essendo presidente del comitato ristretto dei sindaci Asl, non può fare altro. «Il comitato dei sindaci», ricorda Ferrara, «nell’autunno scorso aveva dato parere negativo sull’operato del manager, che però è stato mantenuto al suo posto dalla Regione».
L’APPELLO
Il presidente del consiglio comunale Luigi Febo e la vicepresidente Silvia Di Pasquale lanciano l’appello a Regione e Asl: «L’auspicio è che partecipino al Consiglio», dicono. «L’idea è quella di una seduta costruttiva, un confronto positivo per capire che tipo di visione la Regione ha per la sanità teatina, presidi e servizi territoriali, conoscere lo stato dei finanziamenti annunciati, proporre soluzioni, capaci di alleviare i disagi registrati e, purtroppo sempre più spesso, denunciati dagli utenti del pronto soccorso, dai pazienti e famigliari di quanti hanno bisogno di curarsi e vogliono farlo nella propria città».
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