
L’AQUILA . Concorsi pubblici: stop ai tempi biblici, anche in Abruzzo scatta una rivoluzione imposta dall’Europa. Innanzitutto sparisce la prova orale che resta solo per accedere ai profili non dirigenziali. E poi, per i concorsi su base territoriale, i candidati potranno presentare domanda per una sola regione e un solo profilo professionale: questo per consentire una formulazione veloce e certa delle graduatorie e della copertura dei posti disponibili. Il cronoprogramma delle assunzioni previste per il Pnrr non concede più rinvii. Il provvedimento, che verrà approvato entro il 30 giugno sarà valido per i prossimi tre anni. E taglia i tempi di almeno 6 mesi.
TUTTE LE NOVITÀ. Il governo intende snellire le procedure sia per agevolare chi è in cerca di un posto nel settore pubblico sia gli enti che assumono. La novità più rilevante, contenuta in un emendamento approvato alla Camera al decreto-legge sulla Pubblica amministrazione, riguarda la cancellazione della prova orale per i concorsi pubblici, ma questo solo temporaneamente e fatta eccezione per i dirigenti. Il provvedimento che riguarda i nuovi meccanismi di assunzione, entrerà in vigore dopo l’approvazione definitiva, e sarà valido fino al 2026, data di scadenza del Pnrr. Tutto infatti rientra negli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e nel cronoprogramma concordato con la Commissione europea e ha lo scopo di accorciare al massimo i tempi delle procedure per le assunzioni.
NIENTE ORALE. Come si legge nell’emendamento del governo, approvato alla Camera, «è possibile che i bandi di concorso possono prevedere, per i profili non apicali, quindi non quelli per posti di dirigenza, lo svolgimento della sola prova scritta. Decisione che vedrebbe, quindi, decadere temporaneamente l’esame orale. La norma, come si legge nel testo, sarà valida fino al 31 dicembre del 2026, anno entro il quale, come si diceva, dovranno essere completati i progetti del Pnrr. Le procedure semplificate per lo svolgimento dei concorsi pubblici, anche per le figure dirigenziali, prevedono una semplificazione dell’esame con l’espletamento di almeno una prova scritta e una prova orale che comprenda la valutazione della conoscenza di una lingua straniera. Le prove di esame devono essere finalizzate ad accertare il possesso delle competenze, intese come insieme delle conoscenze e delle capacità non solo manageriali, ma anche logico – tecniche e comportamentali. Un altro passaggio importante riguarda «la mediazione tra l’ampiezza della valutazione delle competenze e l’esigenza di assicurare tempi rapidi e certi di svolgimento del concorso». Vanno rispettati, inoltre, «i principi di imparzialità, efficienza, efficacia e celerità di espletamento, di integrità, trasparenza e omogeneità delle prove, nonché di sicurezza e tracciabilità delle comunicazioni».
LE PROVE. I contenuti di ciascuna prova devono essere disciplinati dalle singole amministrazioni responsabili dello svolgimento delle procedure concorsuali. Sono gli enti della Pubblica amministrazione ad adottare la prova selettiva più conferente alla tipologia dei posti messi a concorso. I bandi devono prevedere che, per l’assunzione di profili specializzati, siano valutate oltre alle competenze le esperienze lavorative pregresse e pertinenti svolte presso la stessa amministrazione che indice il concorso e le abilità residue per i soggetti disabili. Le commissione di valutazione possono essere integrate con esperti, secondo la valutazione delle competenze, senza che vi siano maggiori oneri per la finanza pubblica.
CONCORSI TERRITORIALI. Tra le altre modifiche più rilevanti c’è la novità dei concorsi pubblici su base territoriale. Ciò vuol dire che i concorsi nazionali unici, banditi dalla commissione Ripam (Progetto di riqualificazione delle pubbliche amministrazioni) saranno organizzati in modo che i candidati non possano presentare domanda di partecipazione per più di un solo profilo oggetto del bando e per più di un solo ambito territoriale. Un esempio: i candidati che decidono di partecipare a un concorso dell’Inps o dell’Agenzia delle Entrate, dovranno prima indicare per quale regione o città concorrono, e non potranno presentare domanda anche per altri territori. Nel caso in cui non venissero coperti tutti i posti, è previsto lo scorrimento delle graduatorie che presentano un surplus di idonei e che sono confinanti con quel territorio. Cambiano anche i requisiti per risultare idonei: la riforma, infatti, stabilisce che solo coloro che rientreranno nel 20% dei posti successivi all’ultimo di quelli richiesti nel concorso potranno essere identificati con la qualifica di idonei. È prevista anche l’introduzione di un numero specifico di posti riservati: nei concorsi pubblici sarà messa a disposizione una riserva di posti del 15% per chi ha svolto il servizio civile universale senza demerito.
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