CHIETI. Sarà nell’udienza fissata al primo ottobre che il giudice per le indagini preliminari Luca De Ninis deciderà sul rinvio a giudizio o meno di Francesco Verna, il 25enne di Guardiagrele che, nella notte del 29 agosto del 2023, sulla fondovalle Alento, causò la morte di Stefania Di Michele, 40enne che, insieme al marito 49enne Pietro Caruso e al figlio Davide, stava rientrando nella loro casa di Pretoro. Verna, che guidava una Fiat Tipo e che in seguito è risultato positivo al test tossicologico, dopo aver colpito una prima auto, si schiantò contro la macchina dove viaggiavano moglie e marito con il figlio, a una velocità di circa 125 chilometri orari su una strada dove il limite era di 90. L’incidente avvenne nel territorio di Bucchianico.
Ieri, in tribunale a Chieti, c’è stata l’udienza nel corso della quale è stata formalizzata la costituzione delle parti civili, a partire dal marito della vittima, assistito dall’avvocato Andrea Di Lizio. Costituzione che è stata formalizzata da 21 parenti, sia della 40enne che ha perso la vita sia del marito, in quanto il procedimento penale riguarda anche le lesioni subite dal marito e dal figlio.
A occuparsi delle indagini furono i carabinieri della sezione radiomobile della compagnia di Chieti. Il capo di imputazione è stato formulato anche sulla base degli esiti delle consulenze affidate all’ingegnere meccanico Alghero Guido Vincenti e al medico legale Pietro Falco. La dinamica dell’incidente era stata confermata anche da due testimoni ascoltati dai carabinieri. In seguito all’incidente, il figlio e il marito della donna deceduta, trasportati d’urgenza all’ospedale Santo Spirito di Pescara, hanno riportato gravi ferite.
Nei giorni scorsi Caruso ha pubblicato uno sfogo sui social, un messaggio pubblicato su Facebook, dal titolo “Lettera alla mia Stefania”, nel quale ha scritto che non perdonerà mai chi gli ha sconvolto la vita e, dopo dieci mesi, non si è degnato neppure di chiedere scusa. Pietro infatti, da quando è avvenuta la tragedia, non ha ricevuto neppure una telefonata o un messaggio dal giovane che ha causato l’incidente.
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