CUPELLO. Incassa l’ok del consiglio comunale di Cupello la trasformazione del Civeta in società di capitali. L’ente consortile, che gestisce l’impianto di compostaggio e di riciclaggio di Valle Cena, si avvia dopo tanti anni verso il superamento della gestione commissariale. Dopo il via libera dell’assise civica di Cupello – che ha approvato alla unanimità l’atto di indirizzo – si attende ora anche quello degli altri comuni aderenti al Consorzio pubblico, tra cui Vasto e San Salvo.
«Siamo soddisfatti per il voto unanime al provvedimento», spiega la sindaca di Cupello, Graziana Di Florio, «un risultato che arriva grazie alla capacità di fare sintesi. Un atto, questo, dovuto e necessario per salvaguardare un bene pubblico che è e deve rimanere di proprietà di questo territorio. Ringrazio, in particolare, il consigliere regionale Manuele Marcovecchio che si è fatto carico della problematica, portando soluzioni e suggerimenti per giungere a questo risultato. Il provvedimento dà mandato al Commissario straordinario del Civeta di porre in essere gli atti finalizzati alla trasformazione dell’ente in società di capitali. Con lo stesso provvedimento», prosegue Di Florio, «è stata deliberata la costituzione di un tavolo istituzionale tra i comuni che intenderanno aderire alla società di capitali, anche al fine di condividere con l’Agir la determinazione di un ambito sub-provinciale del Vastese».
Prima dell’ok del consiglio comunale era stata la Regione – e nello specifico la Commissione “Territorio, Ambiente ed Infrastrutture” – ad approvare una risoluzione che vede come primo firmatario il presidente dell’organismo, Marcovecchio ed il collega Mauro Febbo. Il documento fornisce indirizzo al Commissario straordinario Valerio De Vincentiis affinché provveda alla trasformazione del Civeta in società in house a capitale interamente pubblico. «Nella medesima risoluzione è stato, altresì, deliberato di impegnare il presidente della Regione e la giunta affinchè si approvi il piano regionale dei rifiuti entro il 31 dicembre 2022», dicono Marcovecchio e Febbo, «e, che nell’ambito di tale pianificazione, vengano attribuite al Civeta le ulteriori volumetrie necessarie a soddisfare le esigenze dell’ente in trasformazione».
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