CHIETI . «Ci fa male vedere una chiesa a cui siamo tanto affezionati chiusa il giorno di festa». Lo dice Enrico D’Arcangelo, nato e cresciuto a Brecciarola. È delusa e arrabbiata la comunità di Brecciarola che, ancora una volta, ha festeggiato il giorno di San Bartolomeo senza una chiesa. Nel 2017 alcune infiltrazioni d’acqua e l’umidità delle pareti avevano fatto scattare l’allarme del parroco, don Graziano Gagliano. Dal sopralluogo dei tecnici era emersa da subito l’inagibilità della struttura e, successivamente, la chiusura con un’ordinanza firmata dall’allora sindaco Umberto Di Primio. Da allora sono passati cinque anni e le porte della chiesa sono ancora chiuse ai fedeli. Le celebrazioni religiose continuano a svolgersi alla Fondazione “Figlie dell’amore di Gesù e Maria” di madre Vera D’Agostino che, fin dall’inizio, ha messo a disposizione il convento. Ad oggi, della chiesa di San Bartolomeo rimane solo il suono delle campane. «Le campane continuano a suonare perché il campanile è distaccato dalla chiesa», dice Walter Iansante, «il progetto è esposto da anni ma è tutto fermo».
In occasione della festa patronale la mancanza della chiesa in piazza ha riacceso le polemiche: «Viviamo senza un santo, si fanno le feste senza i santi e facciamo le feste senza senso», lamenta Mario Cantamaglia, residente a Brecciarola da 88 anni. Molti fedeli, in segno di devozione e attaccamento alla chiesa, continuano a lasciare un lumino acceso davanti al portone: «Ci sono persone così affezionate che vengono ancora qui ad accendere i lumini e li mettono davanti al portone della chiesa perché per loro è quella vera», aggiunge D’Arcangelo. Difatti, molti fedeli per protesta hanno deciso di non frequentare più la messa nel convento: «Prima ci andavo, ma ora sono stufo», si lamenta Antonio, «quel tendone doveva essere provvisorio». Quelli maggiormente amareggiati dalla situazione sono i residenti più anziani, nati e cresciuti tra la chiesa di San Bartolomeo e il bar il Casone: «Il centro di Brecciarola senza la chiesa è morto», dice Alessandro Di Biase, 80 anni, «almeno c’è il Casone che lo ravviva un po’».
Anche le celebrazioni liturgiche in onore del santo hanno avuto luogo nel convento e al termine la processione ha portato la statua nella piazza originaria. «Almeno potevano dire una messa qui anche per noi anziani che non possiamo camminare», lamenta Cantamaglia, «non rivedo la statua di San Bartolomeo da più di due anni». Presente alla processione, anche il vicesindaco Paolo de Cesare che ha espresso solidarietà alla comunità: «Spenderò il mio impegno per attuare un’interlocuzione costruttiva con la Curia e per sollecitare i finanziamenti». Promette «un impegno solerte» e non manca di sottolineare l’unità e la grande forza dei brecciarolesi: «Si percepisce una famiglia unita che vive all’insegna dell’attaccamento a questa comunità», dice De Cesare.
In molti si domandano se questa sia stata l’ultima festa senza una chiesa ma anche il parroco don Graziano non dà tempi certi: «Lo spero davvero, cerco di tenere sempre fedeli aggiornati». Tuttavia, la situazione non ha scoraggiato gli organizzatori degli appuntamenti di quest’anno, che hanno organizzato un ricco programma di eventi riscuotendo grande successo e partecipazione della comunità.
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