LANCIANO. Finisce in polemica la giornata di commemorazione della rivolta dei Martiri lancianesi che ha visto lo svolgersi della cerimonia ufficiale lo scorso 6 ottobre, alla presenza dell’Anpi, di personalità politiche, delle associazioni combattentistiche e d’armi, dell’amministrazione comunale e della minoranza consiliare oltre che degli alunni della scuola primaria Eroi Ottobrini. Per Angelo Rullo, di Fratelli d’Italia Lanciano, che ha diffuso una mail mercoledì pomeriggio, si sarebbe trattato di «una parata di bambini inspiegabilmente adornati con fazzoletto rosso al collo» e di una «rievocazione storica che ha voluto forzatamente far leva sui piccoli studenti delle scuole materne ed elementari, oggetto privilegiato dell’azione proselitistica-ideologica». Toni di accusa che non hanno risparmiato la dirigente del Comprensivo che ospita la scuola primaria Eroi Ottobrini, Mirella Spinelli, di cui FdI chiede in sostanza la testa. «Una scuola che insegna ai suoi alunni “Bella ciao”», spiega la nota, «glissando sull’inno di Mameli è una scuola profondamente malata che ha perso la sua vera finalità pubblica: non più luogo d’apprendimento ma campo di faziosa propaganda e indottrinamento. Questo becero tentativo di naturalizzare la “violenza” camuffandola da “Memoria”, non può passare inosservato. La dirigente scolastica che ha dato vita a questo delirio non autorizzato deve delle spiegazioni alla città e alle famiglie, altrimenti rassegni le dimissioni e lasci in pace le nostre scuole e i nostri piccoli».
E la reazione indignata di tutto il Pd non si è fatta attendere. «Il delirante comunicato di Fratelli d’Italia è una grave offesa alla città Medaglia d’oro al valor militare», scrivono il segretario regionale Daniele Marinelli, il segretario provinciale Leo Marongiu, Rosetta Madonna, segretaria Pd Lanciano e Marusca Miscia, capogruppo Pd Lanciano dichiarando solidarietà e vicinanza alla preside, «un comunicato delirante, grave e revisionista che impone agli esponenti massimi di Fratelli d’Italia, al presidente della Regione Marco Marsilio e al presidente del consiglio comunale Gemma Sciarretta una presa di posizione netta e senza ambiguità».
Ma dai vertici di Fratelli d’Italia arriva subito la presa di distanza. Già nella mattinata di ieri si parlava dell’azione di un singolo, non supportata da nessuno dei componenti del direttivo e di pura ispirazione personale. «Mi piace ricordare che abbiamo partecipato alla manifestazione con assessori e consiglieri comunali di Fdi, convintamente», scrivono il segretario provinciale Antonio Tavani e il coordinatore cittadino, Gabriele Di Bucchianico, «questo per sgombrare subito il campo da polemiche che forse riguardano qualcuno degli iscritti e non certo il partito lancianese, che se ne dissocia. E nelle polemiche non ci facciamo tirare in ballo. Non siamo un partito negazionista, siamo convinti che storicizzare nel racconto fatti ed eventi sia importante quanto il sacrificio di milioni di italiani, di ogni ceto politico. Alle nuove generazioni dobbiamo sentirci impegnati ad insegnare i valori e i sacrifici che ci hanno consegnato la democrazia dopo anni di guerre. Non facciamo polemica con alcuno, perché una festa così per noi non sarà mai divisiva».
Più cauto il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini. «Ho subito sentito il segretario cittadino di FdI che mi ha assicurato la sua estraneità al comunicato di cui si discute e questo mi basta», spiega, «per me è come se un singolo cittadino avesse deciso di sfilare per il Corso con la camicia nera, non posso ritenere FdI responsabile, così come non lo sarei io. Certo, i fazzoletti rossi dei bambini mi sono stati segnalati da numerosi cittadini, se fossero stati dei tricolore probabilmente tutto questa polemica non ci sarebbe stata. Ma la mia storia personale parla per me: sono stato io a far rifare la Medaglia d’oro che era stata rubata e sempre io non ho fatto apporre la medaglia sulla bandiera all’allora presidente Gianfranco Fini per i suoi trascorsi politici».
©RIPRODUZIONE RISERVATA