CHIETI. Era il 1984 quando l’Ater, allora Iacp (Istituto autonomo case popolari), acquisisce il sito di via Gran Sasso per realizzarvi la propria sede: vi fu costruito uno scheletro di cemento che non diventò mai sede dell’Ater, lasciando il posto, dal 1997 in poi, al progetto di uno studentato diventato ora realtà dopo decenni di iter tortuosi. «Si pone fine così al rischio dell’ennesima incompiuta», dice il presidente uscente della Regione Marco Marsilio, arrivato per tagliare il nastro insieme al presidente Ater Luigi Comini e al consigliere regionale uscente Mauro Febbo, che si è dato da fare per assicurare gli ultimi 400mila euro che insieme ai 150mila dell’Ater hanno rimesso in carreggiata il progetto. Tra un mese potrebbero arrivare i primi studenti, sempre che ve ne siano ad aver ancora bisogno di un posto letto a fine anno accademico. Per scoprirlo ci sarà un avviso per le manifestazioni di interesse, «in una gestione», ha detto il direttore Giuseppe D’Alessandro, «condivisa con l’ateneo».
L’opera da 5 milioni di euro si sviluppa su sette piani con 49 posti letto (23 camere doppie e tre singole), cucine, area relax e palestra. Una vista mozzafiato, assicurata da ampie vetrate, dal lato di via Gran Sasso degrada sulla collina. Quella collina funestata a pochi metri di distanza dal dissesto idrogeologico. «Non in questa area però», assicura il sindaco Diego Ferrara, «questo sito poggia sulla roccia e non sull’arenaria, come nel caso dei palazzi minati dal dissesto». Lo stabile può contare anche su una ventina di parcheggi interrati e non è troppo distante dal Terminal bus: «Attualmente ci sono tra le 9 e le 10 corse bus giornaliere che collegano questo sito con l’ateneo», dice ancora Ferrara. Il collegamento con l’università è comunque un punto dolente: il Comune in dissesto non può migliorarlo, se ne potrebbe far carico in qualche modo l’ateneo, ma per ora ci sono solo ipotesi. «L’opera», sottolinea Comini, «è stata progettata circa 25 anni fa. Durante le precedenti gestioni Ater ci sono stati blocchi e ritardi». Comini ricorda anche la malagestio che dal 2007 al 2014 ha portato l’ente in dissesto e il successivo piano di risanamento: «Nel 2019 l’attuale governo regionale ha nominato il nuovo Cda con l’ex presidente Antonio Tavani e gli attuali consiglieri Emanuela Malatesta e Antonio Di Renzo che hanno riattivato l’iter dell’opera». L’ex presidente Tavani era presente tra gli ospiti come anche un altro ex presidente, l’avvocato Paolo Sperduti. C’erano anche, tra gli altri, il rettore della d’Annunzio Liborio Stuppia, i parlamentari Etelwardo Sigismondi e Guerino Testa, l’arcivescovo Bruno Forte e il progettista Filippo Lambertucci che ha ideato lo studentato insieme al collega Sergio Innamorati.