
PESCARA. «Il Pd ha alzato un polverone sulla possibile vendita, o affitto, del palazzo della Camera di commercio di Pescara e sul PalaBecci. Mi pare strano che il Partito democratico si accorga oggi degli effetti di una riforma, quella delle Camere di commercio, che porta la firma del governo Renzi, del Pd, il partito che all’epoca lasciò sole le Camere di commercio». A parlare è il deputato di Fratelli d’Italia Guerino Testa che interviene sul caso sollevato nei giorni scorsi dal consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli e dai consiglieri comunali di centrosinistra (gruppi Pd, Sclocco Sindaco e Città Aperta).
Testa fa un passo indietro, al 2016. «L’allora presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi decise di razionalizzare il numero delle Camere di commercio e, con esse, gli immobili di proprietà degli enti camerali. Qui ci fu l’accorpamento di Pescara con Chieti, alla fine del 2017». Veniamo ad oggi. «In questo periodo gli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze stanno effettuando delle verifiche per accertare se si sta dando seguito alla razionalizzazione del patrimonio immobiliare», come era stato disposto. «Ciò che farà la Camera di commercio è una esplorazione del mercato, per capire se ci sono potenziali acquirenti relativamente agli immobili di proprietà: non solo gli immobili di Pescara, non solo l’edificio di via Conte di Ruvo, ma anche quelli di Chieti. Successivamente, se dovessero arrivare delle proposte che la giunta camerale riterrà valide e allettanti, si aprirebbe un’altra partita. Ma oggi non siamo di fronte a nessuna vendita, è una ricognizione del mercato immobiliare per capire quali siano le soluzioni disponibili per adeguarsi al dettato normativo che, sottolineo, risale al governo Renzi», conclude Testa evidenziando l’interesse per la vicenda e per «il mantenimento degli uffici della Camera di commercio a Pescara» (che, per decreto ministeriale, è sede secondaria, mentre la sede legale è a Chieti, in via Pomilio (foro Boario).
Il centrosinistra ha chiesto che vengano prese in considerazione ipotesi alternative e che il Comune intervenga per bloccare l’eventuale vendita.