PESCARA. È in arrivo un’ondata di caldo africano, con temperature che la prossima settimana potranno raggiungere i 35-38 gradi, con picchi di 39-40 gradi al sud e nelle isole. L’emergenza siccità già scattata al Nord rimanda con il pensiero all’estate difficilissima dell’anno scorso quando migliaia di famiglie e attività, a Pescara e provincia, hanno vissuto l’emergenza idrica, a causa delle chiusure dei serbatoi e delle riduzioni decise dall’Aca, per via della carenza di acqua. Per quest’anno la situazione si annuncia difficile da metà luglio, in base alle riserve a disposizione, se non prima. E l’Aca, con il presidente Giovanna Brandelli, intende farsi trovare pronta. Nello stesso tempo, l’azienda conta di riprendere i lavori a Bussi per aumentare l’acqua a disposizione.
«Fino a metà luglio non dovrebbero esserci problemi», spiega proprio Brandelli, «perché l’inverno è stato più lungo, con temperature rigide, e la neve scesa a febbraio si è sciolta più lentamente, alimentando le sorgenti. Quindi, il livello delle riserve idriche è migliore rispetto all’anno scorso» ma se le temperature saliranno molto in maniera continuativa «temiamo difficoltà già prima del 15 luglio». Partendo dal presupposto che «in tutti questi mesi non siamo stati con le mani in mano», tra lavori e programmazione, per l’estate 2022 Brandelli intende muoversi in anticipo. Nel 2021 erano i primi di agosto quando ha incontrato i sindaci dei comuni interessati per raccogliere le istanze e decidere il da farsi. Ma ora le cose andranno diversamente, segno che «l’esperienza accumulata si è rivelata preziosa». «All’inizio di luglio ci attiveremo per capire le esigenze dei Comuni e per concordare i protocolli di emergenza», dovendo individuare zone e strutture dove i cittadini potranno rifornirsi di acqua, dalle scuole ai palazzetti dello sport, anche se nel 2021 questa iniziativa «non ha trovato adeguata risposta» e le scorte messe a disposizione non sono state utilizzate. «Resta il fatto che ci sono degli edifici dove l’acqua non arriva per mancanza dell’autoclave, come dimostrano gli interventi dell’anno scorso che ci hanno permesso di accertare che la pressione garantita dall’Aca era quella prevista. Per cui l’autoclave è indispensabile», fa notare. La Regione, dal canto suo, «sta mettendo a punto una legge che prevede contributi per l’acquisto di questi impianti», favorito anche dai vari bonus previsti per l’edilizia.
Nei prossimi giorni l’Aca conta di raggiungere un altro obiettivo. Il ministero dell’Ambiente, chiedendo una serie di adempimenti, ha di fatto interrotto i lavori a Bussi, nell’area del sito inquinato (di interesse nazionale): l’intervento è fondamentale perché porterà al raddoppio della presa sul Tirino e consentirà di avere a disposizione 60 litri al secondo in più. Nei giorni scorsi è arrivata una «notifica dal ministero che sembra positiva per cui contiamo di concludere le ultime pratiche», dopo un anno di burocrazia, e poi «a luglio speriamo di riprendere i lavori, da concludere in venti giorni», annuncia Brandelli. Di positivo, conclude, c’è che «l’acqua che esce dai nostri rubinetti è straordinaria, come riconosciuto dal ministero» e puntando ai fondi del Pnrr «abbiamo elaborato un progetto per le reti da 18 milioni, puntando sulla digitalizzazione e sulla distrettualizzazione, in modo da intervenire in base alle priorità e senza sventrare e rifare tutto. Ai nostri interventi per ridurre le perdite, poi, si aggiungeranno quelli finanziati dalla Regione, sensibile ai problemi dell’idrico».