SULMONA. Sono entrati in azione all’alba di ieri mattina bloccando tutte le uscite della stradina nel centro storico dove abita un giovane bullo finito nei guai nei giorni scorsi per una vicenda legata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Forti del mandato di perquisizione emesso dall’autorità giudiziaria, i carabinieri sono entrati in casa del 16enne e contemporaneamente un’altra squadra dell’Arma è entrata in azione a Pettorano sul Gizio dove risiede la madre del ragazzo insieme al compagno. E alla fine delle operazioni di polizia giudiziaria, eseguite con la collaborazione dell’unità cinofila della guardia di finanza del gruppo dell’Aquila, oltre a trovare riscontri per il reato posto a fondamento del decreto di perquisizione, i carabinieri hanno rivenuto e sequestrato oltre 20 grammi di sostanze stupefacenti tra cocaina e marijuana, 10 grammi di sostanza da taglio, nonché bilancini di precisione insieme a materiale per confezionamento della droga. Sequestrati anche più di mille euro ritenuti di illecita provenienza. Al 16enne vengono contestati una serie di reati tra i quali sequestro di persona, lesioni aggravate e danneggiamento in concorso con altri, in danno di un 29enne di Sulmona. Secondo le accuse del tribunale per i minorenni e dei carabinieri, che avevano raccolto in ospedale le sommarie informazioni della persona offesa, il minore ha utilizzato una pentola da cucina e un racchettone da mare per aggredirlo in casa, fino a chiudere a chiave la porta d’ingresso. In quella circostanza, sempre secondo il racconto della vittima, il minore è stato aiutato nell’aggressione da altre persone. Solo quando è rientrato il compagno della madre, il 29enne sarebbe riuscito a fuggire e scavalcare il cancello mentre il minore indagato gli avrebbe lanciato addosso un pezzo di legno, colpendo la vettura. Sul caso sono in corso i dovuti accertamenti mentre la polizia ha avviato indagini parallele che riguardano questa volta, l’altro giovane di 29 anni che sarebbe stato picchiato e sequestrato dal minore. Il giovane è accusato di tentata estorsione nei confronti della madre del minore, la quale avrebbe riferito che il giovane, entrato nella sua abitazione per chiedere soldi in cambio di un’informazione, avrebbe inveito contro di lei tanto da costringere il compagno a difenderla. Nei giorni successivi, tramite messaggi inviati su whatsapp e mostrati alla polizia, il 29enne avrebbe preteso 500 euro mensili in cambio del silenzio, per evitare cioè di denunciare la presunta aggressione subita.
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