PESCARA. «È stato irresponsabile agganciare un emendamento così controverso a una legge come quella di stabilità che nulla ha a che vedere con la riperimetrazione della Riserva del Borsacchio», esordisce Luciano D’Amico che appoggia l’iniziativa del Wwf Italia di inviare al Governo Meloni la richiesta di impugnativa, davanti alla Corte Costituzionale, della Legge regionale di Stabilità. E con D’Amico, candidato presidente del Patto per l’Abruzzo, si schiera Daniele Marinelli, segretario del Pd, che afferma: «Non si può adottare una norma del genere senza il coinvolgimento degli enti locali. Né il Comune di Roseto né gli uffici regionali di settore sono stati consultati dalla Regione e questa circostanza vizia alla base il provvedimento. Così come va sottolineato che la temerarietà dell’emendamento mette seriamente a rischio di impugnazione una parte della Legge di stabilità regionale, con tutto ciò che ne deriva».
LA RICHIESTA. Il taglio del Borsacchio, ridotto da 1.100 ettari a soli 25 con un semplice emendamento del centrodestra di Marco Marsilio agganciato, a fine anno, a una legge di ben altra portata, torna ad essere un tema centrale delle elezioni nell’ultimo mese che separa i due avversari dal voto.
Il Wwf Italia ha presentato alla presidente del Consiglio dei Ministri e al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, la richiesta di promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Consulta riguardo l’articolo 25 della legge regionale sulle “Disposizioni finanziarie per la redazione del Bilancio di previsione finanziario 2024-2026”. Si tratta di quell’articolo inserito in extramis, alle 3 della notte tra il 28 e 29 dicembre scorsi, che ha ridotto il Borsacchio, eliminando tutta la fascia retrocostiera e collinare dell’area protetta. Nel documento presentato dall’associazione ambientalista vengono sollevati diversi punti di illegittimità costituzionale. «Innanzitutto, è stata evidenziata», spiega Filomena Ricci, delegata del Wwf Abruzzo, «l’illegittimità del procedimento seguito. È totalmente mancato il coinvolgimento degli Enti locali interessati dalla presenza della riserva, come invece è previsto dalla legge dello Stato sulle aree naturali protette, visto che la riduzione di una riserva del 98% di fatto equivale alla totale ridefinizione della stessa e quindi ad una sua nuova istituzione. Il Comune di Roseto», aggiunge, «ha chiaramente manifestato la propria contrarietà alla riperimetrazione con la delibera del Consiglio Comunale del 12 gennaio scorso. E dalle tante dichiarazioni rilasciate dal sindaco, Mario Nugnes, si rileva chiaramente come non ci sia stata alcuna concertazione con il territorio. Anche gli Uffici regionali hanno attestato di non essere stati coinvolti per l’elaborazione del nuovo perimetro».
Il Wwf cita nella nota inviata al Governo anche diverse sentenze della Consulta che hanno dichiarato illegittime norme introdotte da leggi regionali che hanno modificato la perimetrazione di parchi e riserve regionali. Una di queste riguarda proprio un’altra legge abruzzese con la quale il governo Marsilio ha provato a ridurre il confine del Parco Regionale Sirente Velino. Legge impugnata e considerata illegittima nel 2022. Altro elemento segnalato nella nota del Wwf è la grave riduzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.
I 20 RICERCATORI. «Il Borsacchio», evidenzia la Ricci, «rappresenta un elemento di naturalità estremamente importante per l’intero Abruzzo, come attestato dai numeri studi prodotti negli anni per la redazione del Piano di assetto naturalistico, da approfondimenti accademici e come di recente asserito da circa 20 docenti e ricercatori di Scienze Ambientali dell’Università degli Studi dell’Aquila». Ma è bastato un foglietto di carta formato A4 per cancellare oltre mille ettari di area protetta.
LA FORZATURA. «Un emendamento che abbiamo contestato sin dall’inizio nel metodo e nel merito», riprende D’Amico, «e che rappresenta bene quanti danni possono essere prodotti quando al governo della Regione non risiedono le giuste sensibilità verso il territorio e chi lo abita».
Per il candidato presidente è «una forzatura istituzionale che mortifica il dibattito democratico, il coinvolgimento dei territori e tutte quelle buone norme, ben stabilite dalla Costituzione, che dovrebbero essere applicate quando si interviene in modo così impattante sul territorio. Rimane lo sconforto», conclude, «nel vedere una politica incapace di valorizzare le risorse locali: è stato scelto di tagliare piuttosto che regolamentare, mortificare piuttosto che valorizzare e, soprattutto, imporre piuttosto che ascoltare». E Marinelli avverte: «Quando si tratta di riserve naturali – pensiamo anche al Parco della costa teatina – per il centrodestra l’imperativo diventa tagliare, ridurre, ostacolare. Glielo impediremo con tutti i mezzi che la legislazione ci consente».