VASTO. I prezzi dell’energia continuano a salire e i commercianti, al pari delle piccole e grandi aziende, cominciano ad arrancare. «La situazione è drammatica», denuncia Patrizio Lapenna, direttore di Confesercenti. «A rischio migliaia di attività e posti di lavoro». L’impennata costante dei costi energetici si sta abbattendo sulle attività commerciali, bar, alberghi e i ristoranti andando ad aggiungersi agli aumenti di tutte le materie prime e mettendo a rischio la prosecuzione delle attività dei pubblici esercizi. A confermarlo è uno di loro, Angelo Angelucci, titolare del ristorante albergo Italia a San Salvo. «Così non è più possibile andare avanti. Riuscire a guadagnare migliaia di euro per pagare le bollette è impossibile», dice il ristoratore. «Fra Vasto e San Salvo», spiega Patrizio Lapenna, «sono a rischio più di 500 attività di ristorazione e circa 1.500 altre attività. Da una bolletta all’altra il costo è stato aumentato di 100%. Migliaia di persone rischiano di restare senza lavoro».
La stangata arriva dopo due anni di misure restrittive dovute alla pandemia. Confcommercio e Confesercenti hanno lanciato l’allarme a più riprese. «Nel giro di un anno», testimonia Lapenna, «i costi sono triplicati e, in base a quello che sentiamo, potrebbe esserci un ulteriore peggioramento con conseguenze gravissime. Basta buoni propositi: è arrivato il momento di passare ai fatti. Servono misure concrete».
I commercianti, così come le imprese, lanciano continui sos ma le decisioni delle istituzioni fino a questo momento non stanno portando i risultati sperati. L’estate ha portato sulla riviera di Vasto e San Salvo tantissimi turisti, ma a settembre la clientela diminuirà e la situazione sarà più difficile. Senza parlare dell’inverno. Molte attività non escludono di chiudere durante il periodo invernale se non addirittura interrompere l’attività. I commercianti invocano un credito d’imposta sugli aumenti energetici e un tetto al costo dell’energia. «Siamo davanti ad una emergenza drammatica che potrebbe avere conseguenze pesantissime», insiste il direttore di Confesercenti. «Servono risposte immediate».
L’esasperazione si sta trasformando in disperazione. Non è esclusa la mobilitazione. I commercianti invitano la politica a fare la propria parte. «Non solo a parole e con tante promesse elettorali», dicono. «Noi rischiamo di dover chiudere ma la politica sembra non accorgersi di quello che accade. Tante famiglie rischiano di trovarsi senza più un lavoro. Fate qualcosa», è il grido lanciato dalle associazioni di categoria. (p.c.)
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